In questi casi si dice “cauto ottimismo”. È quello che aleggia tra i 1.050 lavoratori della Wärtsilä di Bagnoli della Rosandra (Trieste), produttrice di motori diesel, in vista dell’incontro di giovedì 7 luglio tra azienda e sindacati. La multinazionale finlandese (nonché impresa più grande della provincia) sembra aver rinunciato all’ipotesi dei 90 esuberi annunciati a maggio: nel summit del 30 giugno scorso a Roma, presso la sede del ministero dello Sviluppo economico, ha confermato l’importanza dell’impianto triestino, ventilando la possibilità di ridurre le uscite a circa 30 unità. Una possibilità che, appunto, verrà verificata nel vertice di giovedì 7 presso la sede della Regione Friuli Venezia Giulia.

L’operazione, hanno spiegato i sindacati (Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil) al termine del confronto romano, si realizzerebbe mediante una serie di misure, come il parziale recupero delle strutture dedicate alle attività di testing, il dimezzamento (e non l’abolizione) delle sale prove, la ricollocazione ad altre funzioni di alcuni dipendenti del settore ricerca e sviluppo. A questo dovrebbero aggiungersi investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e formazione professionale messi a disposizione dalla Regione.

Fim, Fiom e Uilm hanno espresso “un cauto ottimismo e la necessità di verificare nel dettaglio la sostanza delle proposte formulate dall'azienda”. Per i sindacati, però, l’obiettivo rimane quello “di arrivare al totale azzeramento degli esuberi, determinando al contempo le condizioni per chiarire le prospettive industriali nel breve, come nel lungo termine, di Wärtsilä Italia”. L organizzazioni dei lavoratori sottolineano anche che su quest’obiettivo “si è registrata la piena condivisione da parte delle istituzioni, le quali hanno comunque ribadito il loro impegno a sostenere soluzioni di prospettiva per la presenza del sito sul territorio regionale”.

La fabbrica di Bagnoli della Rosandra (frazione del Comune di San Dorligo) inizia la propria attività di produzione di motori nel 1972 grazie a un accordo tra Iri e Fiat. Uscito il gruppo torinese passa poi a Fincantieri, per approdare a Wärtsilä a metà degli anni novanta. Attualmente lo stabilimento produce motori a quattro tempi e componenti per la propulsione, in particolare per il trasporto marittimo, settore che i vertici di Wärtsilä hanno denunciato essere in crisi, con un crollo del 50 per cento negli ordini dell’off-shore e del 15 nel comparto mercantile.

Il taglio dei 90 esuberi nel più grande stabilimento europeo di produzione di motori diesel era stato annunciato il 6 maggio scorso: i settori più colpiti erano quelli di ricerca e sviluppo, il comparto “propulsion” (produzione di eliche) e le sale prove (le cui attività sarebbero state riportate in Finlandia). Mentre il 12 maggio si era tenuta la prima riunione del tavolo di crisi convocato presso il ministero dello Sviluppo economico (e, in concomitanza, uno sciopero con manifestazione dei lavoratori in piazza dell’Unità a Trieste).