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Sarà sciopero per tutti i lavoratori del gruppo Ericsson in Italia, il prossimo 26 maggio. L’azienda ha aperto una procedura di licenziamento collettivo, che include 60 dipendenti nel comparto Solutions e Service, su Milano, Roma e Venezia, e 150 nel settore telecomunicazioni, su un totale di alcune migliaia di lavoratori.
La decisione di proclamare lo stato di agitazione e lo sciopero giunge dopo un primo incontro con l'azienda, che non ha convinto le organizzazioni sindacali e le rappresentanze dei lavoratori. "L'azienda non è in crisi e non indica con le necessaria trasparenza i motivi che determinano gli esuberi – dichiara in un comunicato la Filcams Cgil –, e durante il primo incontro ha posto una serie di condizioni vincolanti al negoziato, rifiutando qualsiasi soluzione che salvaguardi l'occupazione".
"La sensazione dei lavoratori - prosegue la nota - è che si voglia procedere a un riequilibrio dell'organico e a un turn over forzato, per mere ragioni di profitto, e senza nessuna garanzia per i lavoratori. Il colosso svedese, infatti, ha per il momento escluso il ricorso agli ammortizzatori sociali, e rifiutato di valutare qualsiasi piano di riqualificazione del personale, che possa garantire una soluzione condivisa e non traumatica per tutti i lavoratori".
Per questo, i dipendenti hanno deciso di fermarsi il 26 maggio per l'intera giornata e in entrambi i settori (telecomunicazioni e servizi): "Non è accettabile l'aut aut aziendale e il tentativo di rottamazione da parte di una multinazionale che, pur dichiarandosi in buona salute, pretende la fuoriuscita forzata di addetti, senza la minima cura per il loro futuro. I lavoratori chiedono trasparenza, garanzie occupazionali e soprattutto responsabilità sociale", aggiunge il sindacato.
Nella sede di Assago operano circa 40 persone con contratto metalmeccanico, circa 310 con contratto commercio e 270 con contratto telecomunicazioni. Martedì 26 maggio ci sarà un presidio con 8 ore di sicopero. "Ericsson - spiega la Fiom di Milano - non è in crisi. Qualche giorno fa ha dichiarato 236 esuberi strutturali, di cui 58 nella sede di Assago (34 con contratto metalmeccanico e commercio e 24 con contratto delle telecomunicazioni) e non ha voluto prendere in considerazione soluzioni alternative ai licenziamenti (cassa integrazione ordinaria, straordinaria, contratti di solidarietà)".
"È inaccettabile - conclude - che l’impresa pretenda di disfarsi dei lavoratori senza neppure prendersi la briga di comunicare chiaramente le ragioni degli annunciati licenziamenti e prendere in considerazione l’utilizzo di ammortizzatori sociali".