L'Eni "non è azienda in difficoltà. Invece di distribuire dividendi, faccia investimenti". E' quanto ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, dal palco di Gela, in occasione della manifestazione unitaria e dello sciopero in difesa della raffineria.

Un lungo serpentone di ventimila
persone ha attraversato stamattina le vie di Gela, in difesa del lavoro. Non solo lavoratori e sindacati, ma tantissimi cittadini e le rappresentanze istituzionali della provincia di Caltanissetta hanno sfilato per la città. In piazza insieme alla leader nazionale della Cgil Susanna Camusso e al segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava c'era anche il vescovo di piazza Armerina monsignor Rosario Gisana, che nei giorni scorsi aveva inviato una lettera aperta alla diocesi chiedendo per Gela "non tagli ma investimenti".

In corteo pure i sindaci del comprensorio. Quello di Gela Angelo Fasulo, il vicesindaco di Caltanissetta, i primi cittadini di Riesi, Sommatino, Niscemi. Inoltre, i vertici territoriali di Cgil Cisl Uil. Per la Cisl, Emanuele Gallo. Lungo tutto il percorso manifesti hanno ricordato che "Il lavoro è l'unica forma di libertà dell'uomo". In mezzo alle bandiere sindacali, inoltre, è spuntata anche quella della sezione Marinai di Gela. A lavoratori e sindacati e' anche arrivato un messaggio dell'arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi. A chiudere il corteo i Tir del settore agroalimentare.

Dal palco, Camusso ha osservato che la vicenda "sconta due nodi: la mancanza da anni di politiche di sviluppo e mancate scelte di politica industriale del governo" che è "azionista. Da Gela parte una richiesta precisa: difendere con unghie e denti il lavoro che c'è e di crearne dell'altro.” Secondo il segretario generale della Cgil, "non si puo' pensare che l'Eni abbandoni uno dei territori più infrastrutturali d'Italia, che per giunta sta in Sicilia, una regione che di solito si dice manchi di infrastrutture e di possibilità."

“Per anni - ha invece aggiunto Michele Pagliaro, segretario della Cgil Sicilia - abbiamo subito lo scambio salute-lavoro. Oggi vogliamo richiamare Eni alle sue responsabilità per uno sviluppo eco-compatibile del sito gelese”.

Domani, 29 luglio, è previsto lo sciopero generale dei lavoratori di tutte le aziende del Gruppo (impianti di raffinazione, produzione e perforazione, impianti chimici e petrolchimici, sedi direzionali, depositi, uffici commerciali e amministrativi, aziende territoriali), oltre allo sciopero di due ore di tutti gli impianti di raffinazione presenti sul territorio nazionale. Sempre domani, si tiene una manifestazione/presidio a Roma, alle 15, davanti Montecitorio. Previsti nella tarda mattinata una serie di incontri con i gruppi parlamentari del Partito Democratico, Sel, Lega Nord.