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“Arriva una boccata d’ossigeno per una ventina di quotidiani non profit, politici, di società cooperative, di minoranze linguistiche, delle comunità italiane all’estero e per una decina di periodici gestiti da cooperative. I contributi sospesi in attesa di definizione di accertamenti amministrativi sono stati in gran parte, finalmente, sbloccati dopo le ultime verifiche". Ne dà notizia, in una dichiarazione, il segretario generale della federazione della Stampa Franco Siddi, secondo il quale "questo è l’esito sostanziale e immediato della nuova riunione della Commissione tecnica consultiva per i contributi all’editoria, svoltasi stamani, che ha segnato l’esordio incoraggiante del neo Sottosegretario all’Editoria, Paolo Peluffo, nella prima riunione di lavoro della commissione consultiva di settore che si è svolta oggi sotto la sua presidenza".
Siddi informa ancora che "il neo responsabile del settore ha, infatti, ridato corso esecutivo immediato alle istanze in lista d’attesa, ha reso noto gli orientamenti essenziali su cui intende muoversi, sottolineando in particolare 'l’obiettivo di dare certezze alle imprese all’inizio dell’anno' e di definire una trasparente riqualificazione degli interventi 'con norme capaci di non produrre più debito sommerso'". A questo proposito , secondo quanto riferisce Siddi, Peluffo ha confermato l’adesione del Governo agli ordini del giorno votati ieri alla Camera, manifestando l’impegno a recuperare entro poche settimane nuove risorse certe (anche dal cosiddetto “Fondo Letta”), "allo scopo di creare un immediata relazione con le prospettive reali delle attività editoriale finanziabili nell’anno in corso. Una quota di risorse ulteriori dovrebbe arrivare, invece, da una rivisitazione della spesa secondo criteri di marcata selettività".
"Restano certamente - osserva Siddi - le precarietà di una area debole dell’editoria ma è incoraggiante la direzione presa, correlata alla riconfermata volontà di procedere ad un aggiornamento del regolamento – laddove sarà indispensabile – della legislazione, perché i fondi siano sempre più nitidamente riservati (come sostiene da anni la Fnsi) a giornali veri, verificati nella loro diffusione e non nelle tirature, avendo come parametro principale l’occupazione professionale regolarmente inquadrata sul piano contrattuale e previdenziale di categoria".