Mario Draghi, intervenendo alla giornata di commemorazione di Federico Caffè all’Università la Sapienza di Roma, ha affrontato tanti temi. Quello che più ha colpito i giornali è stato il tema dei giovani, per la dovizia di cifre e le conclusioni cui è giunto il presidente della Bce. Il Corriere della Sera riporta le affermazioni di Draghi. “La crisi internazionale ha colpito tutti, ma i giovani in particolare”. Le cifre della disoccupazione giovanile sono severe: tra il 2007 e il 2011 il tasso di disoccupazione è aumentato di 5,8 punti percentuali nella classe di età 15-24, di 3,5 punti nella classe 25-34 e di 1,8 punti nella classe 35-64. (“Qualitativamente il profilo è simile quasi ovunque; l'eccezione significativa è la Germania”). Questi numeri confermano “la iniqua distribuzione del peso della flessibilità solo sui giovani”, “una eterna flessibilità senza speranza di stabilizzazione” che porta tra l'altro le imprese a non investire su di loro, destinandoli a lavori di basso valore aggiunto “come sarebbe stato un tempo fare le fotocopie”. “Il sottoutilizzo delle risorse dei giovani riduce in vari modi la crescita: abbassa la probabilità di nascita di nuove imprese, determina a lungo andare il decadimento del capitale umano”. Insomma, “oltre a ferire l'equità costituisce uno spreco che non possiamo permetterci”.