È il nuovo vicepresidente di Confindustria con la delega alle relazioni industriali, ha votato Bombassei ma apprezza la concretezza e la decisione di Squinzi ed è sicuro che “lavoreremo bene insieme”. È Stefano Dolcetta, 63 anni, patron della Fiamm (batterie e trombe). Intervistato da Roberto Bagnoli su Il Corriere della Sera, afferma:
“L'argomento centrale, giustamente messo al primo posto da Squinzi, è che l'industria manifatturiera deve tornare a crescere. E per far questo non c'è che ùna strada: aumentare la produttività. Se ci confrontiamo con gli altri, le differenze accumulate dall'ingresso dell'euro sono troppe, non ce le possiamo più permettere: in Germania è al 22%, in Francia al 18%, in Italia al 3%”. Un “gap” che si spiega “credo con l'eccesso di rigidità – continua Dolcetta –. E soprattutto un numero di ore lavorate inferiore rispetto ai nostri concorrenti europei. Bisognerebbe verificare bene tra permessi, assenze, licenze, ferie, turni come stanno veramente le cose”.

Lei cerca grane da subito col sindacato, gli obietta il giornalista. “Assolutamente no. Su questo aspetto bisogna discutere e trovare insieme le soluzioni. Parlando con i lavoratori, sono tutti perfettamente consapevoli che il problema vero è quello della produttività e della crescita”. E alla domanda se sia un falco o una colomba, il nuovo vicepresidente risponde: “Nessuno dei due. Nelle trattative con i sindacati bisogna solo essere pragmatici, avere buon senso, seguire la logica e non partire da posizioni preconcette. L'importante è stabilire da subito qual è l'obiettivo condiviso e partire da lì per avviare la discussione. Non ci sono alternative, perché le cose imposte sono poi impossibili da gestire”.