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Oggi in audizione presso la Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera, i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Gianna Fracassi, Andrea Cuccello e Ivana Veronese, hanno presentato un documento unitario con delle proposte di modifica al cosiddetto “Decreto Terremoto”.
In particolare per Cgil, Cisl e Uil la priorità, oltre alla ricostruzione fisica delle case, "deve essere data alla ripresa economica, sociale e lavorativa delle zone colpite dal sisma". Per questo hanno avanzato l’esigenza di "accelerare la spesa delle risorse nazionali e, soprattutto, i 400 milioni di euro di risorse aggiuntive provenienti dai fondi comunitari".
Un’attenzione speciale per i sindacati va poi prestata "per garantire servizi di welfare adeguati e di qualità quale precondizione imprescindibile per evitare l’abbandono del territorio".
Cgil, Cisl, Uil hanno quindi posto l’esigenza di una proroga fino al 2020 per la restituzione dell’Irpef attraverso la cosiddetta “busta paga pesante” e di aumentare le rate di restituzione fino a 120 mesi. Per contrastare il fenomeno del lavoro sommerso e irregolare il “Durc di congruità” va inoltre esteso "anche ai territori interessati dal sisma del 2009", quindi al cratere de L’Aquila. In considerazione, poi, del persistere di una situazione di difficoltà del tessuto produttivo è "necessario garantire alle lavoratrici e lavoratori strumenti di sostegno al reddito, soprattutto per gli addetti nelle piccole imprese, che sono la maggioranza in quei territori, attraverso una revisione delle regole del Fondo di Integrazione Salariale (FIS) eliminando temporaneamente i limiti dai tetti massimi di questo strumento".
Molta attenzione è stata infine posta al tema della legittimità e sanabilità degli interventi di ricostruzione, dato che per Cgil, Cisl e Uil questo "non deve essere l’occasione di riapertura dei termini di un condono". Permane il problema del recupero delle somme considerate dall’Ue aiuti di Stato erogati a 350 imprese alle quali è stata richiesta la restituzione dei tributi sospesi e dai quali erano stati esentati nell’emergenza post-sisma 2009 Cgil, Cisl e Uil propongono che la restituzione debba riguardare gli importi eccedenti la soglia di de minimis di 500 mila euro.