Con 271 voti a favore, 109 contrari e due astenuti, la Camera ha approvato il decreto legge contenente norme per gli enti locali. Il testo passa ora all'esame del Senato. Dopo l'approvazione della fiducia posta dal governo con 343 sì, 165 no e un solo astenuto,in mattinata era iniziato l'esame a Montecitorio.

Un decreto che non piace alle organizzazioni sindacali che si preparano, domani, 22 luglio, a dar vita a una giornata di mobilitazione nazionale. “Con il respingimento dell’emendamento al testo del decreto legge Enti locali sul salario accessorio, che indicava una soluzione almeno per le città metropolitane e gli enti di area vasta, ancora una volta la politica decide di fare cassa a spese dei lavoratori pubblici”, osservano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl precisando che: “Di fronte a questo ennesimo segnale ancora più incisiva sarà la mobilitazione unitaria decisa a livello nazionale per il 22 luglio prossimo, nel corso della quale chiederemo ai politici locali che parteciperanno di assumersi l’impegno di sostenere nelle rispettive Istituzioni le legittime istanze dei lavoratori che rappresentiamo compreso il tema dei lavoratori precari in scadenza il 31 dicembre di quest'anno”, affermano i sindacati.

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Si tratta – spiegano i sindacati - di “duemila lavoratrici e lavoratori precari delle province e città metropolitane, impiegati in quegli enti da anni, che rischiano di non ottenere alcuna proroga dei contratti a termine alla scadenza prevista per il 31 dicembre di quest'anno. Al momento, infatti, hanno la prospettiva certa di essere espulsi da questi enti dopo anni, senza che sia offerta loro alcuna prospettiva, privando allo stesso tempo i cittadini dei servizi pubblici garantiti dal loro lavoro”.

“Due punti - proseguono i sindacati -, precari in scadenza e salario accessorio, che si innestano nei gravi problemi economici e finanziari di provincie e città metropolitane, molte delle quali prossime ad una situazione finanziaria di dissesto”. Sono quindi, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, “queste le ragioni alla base delle iniziative di mobilitazione che metteremo in campo il 22 luglio in tutte le regioni italiane, con l'obiettivo di ottenere nei prossimi passaggi parlamentari delle modifiche che diano risposta non solo alle legittime richieste delle lavoratrici e dei lavoratori ma che salvaguardino i servizi pubblici ai cittadini”.

Intanto, la protesta è già scoppiata a Firenze, dove da ieri, 20 luglio, i lavoratori hanno deciso l’occupazione diurna a oltranza (con assemblea permanente) della sala del Consiglio metropolitano in Palazzo Medici Riccardi. In Toscana, dove la situazione fino ad ora registrava una situazione critica ma più sotto controllo, il decreto enti locali provocherà, secondo i sindacati, un aumento dei tagli (in forma di prelievo forzoso) di oltre 41 milioni di euro. Se tale decreto non verrà modificato in sede di conversione, "tutte le Province toscane andranno in dissesto – si legge in un comunicato –, con conseguenze negative per i servizi ai cittadini (tra cui manutenzione strade, manutenzione edifici scolastici, trasporto pubblico locale) e per i lavoratori (i quali si vedranno tagliare gran parte del salario accessorio e vedranno a rischio anche lo stipendio, come già accade in realtà del Sud, dove per mesi non è stato erogato). Nella Città metropolitana di Firenze ci sono circa 60 precari ai quali scadrà il contratto a fine anno e, vista l'attuale situazione, non se lo vedranno rinnovare".

In occasione della giornata di mobilitazione, in tutte le regioni e in tutti i posti di lavoro, a Milano domani si terrà un presidio unitario regionale sotto il Pirellone, dalle ore 10 alle 13, e un incontro con i gruppi consiliari e la commissione affari istituzionali del Consiglio regionale. In tutta la Lombardia si svolgeranno iniziative locali.

“Il decreto legge Enti locali continua a non risolvere i tanti problemi aperti dalle scelte del governo in tema di tagli agli Enti locali, in particolare alle province e alle città metropolitane. E la fiducia posta dal governo significa negare la continuità dei servizi ai cittadini”. E’ quanto si legge in una nota della Cgil. “Di fronte a questo ennesimo segnale - prosegue il sindacato di Corso d’Italia - ancora più incisiva sarà la mobilitazione nazionale unitaria delle categorie del Pubblico Impiego, indetta per domani, venerdì 22 luglio”. “Nel corso della mobilitazione - conclude la Cgil - le rappresentanze politiche locali saranno chiamate ad assumersi l’impegno di sostenere nelle rispettive Istituzioni le legittime istanze dei lavoratori che rappresentiamo, compreso il tema dei lavoratori precari in scadenza il 31 dicembre di quest'anno”.

(aggiornato alle 16:00)