Per i lavoratori dell'informazione "la grande sfida che abbiamo davanti è ricostruire i diritti: questo non si fa cercando di recuperare le categorie di prima, ma operando una svolta". Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che ha concluso l'incontro "Libertà, lavoro, legalità. Le tre elle dell'informazione", organizzato da Cgil e RadioArticolo1, che si è svolto oggi (7 aprile) a Roma. La Carta dei diritti universali del Lavoro, la proposta di nuovo Statuto avanzata dal sindacato, dunque è valida anche per i giornalisti e operatori dell'informazione.

PODCAST: Susanna Camusso, Lorenzo Frigerio, Luciana Esposito, Franco ZavattiRaffaele LorussoClaudio Fava, Paolo Borrometi, Michele Albanese, Luciana Esposito, Raffaella Della Morte, Gianna Fracassi, Rosi Bindi

L'appuntamento è stato incentrato sul tema dei giornalisti minacciati dalla mafia e sui conseguenti pericoli per la libertà di informazione. Una giornata aperta dagli interventi di Rosy Bindi e Claudio Fava, presidente e membro della Commissione parlamentare antimafia. Al dibattito, coordinato dal direttore di Radioarticolo1, Altero Frigerio, sono intervenuti Paolo Borrometi, giornalista dell'Agi; Gianna Fracassi, segretaria confederale Cgil; Raffaella Della Morte, Ossigeno; Michele Albanese, Il Quotidiano del Sud; Franco Zavatti, coordinatore legalità Cgil Emilia Romagna; Raffaele Lorusso, segretario Fnsi; Luciana Esposito, Napoliten; e Lorenzo Frigerio, Libera Informazione.

Nell'intervento finale, Susanna Camusso, ha sottolineato che "oggi c'è un grande problema che riguarda i confini della libertà di informazione". Cosa significa, si è chiesta, "fare informazione in un paese dove il governatore di Bankitalia dice che il 72% delle persone sono analfabeti funzionali?". Da parte sua, il servizio pubblico "ha il dovere di riempire proprio il vuoto di quell'analfabetismo funzionale': se mi autocensuro, se parlo un linguaggio complesso, se non mi faccio capire da tutti, allora gli spazi disponibili saranno riempiti da altri".

"Ognuno di noi è bombardato di informazioni e questo il grande tema: è libertà o bisogna scavare su come viene prodotta quell'informazione? Prima di tutto - ha proseguito - bisogna parlare della condizioni nelle quali si lavora. Le due parole che devono accompagnare sempre il lavoro sono dignità e libertà. Così, per chi deve fornire un'informazione libera, essere in condizioni di libertà e dignità sono requisiti fondamentali". Negli ultimi anni "nel mondo del lavoro sono intervenute tante frantumazioni e divisioni - ha osservato Camusso -: non ha senso oggi tentare di riunificarsi con le categorie che non rappresentano più quei lavori. Questo vale anche per l'informazione. Anche qui, il settore va riunificato davvero e va ricostruita una rete di solidarietà".

Sulla condizione dei giornalisti, il segretario ha detto: "Dobbiamo sgomberare dalla mente di chiunque la frase: 'sarà pure lavoro nero, ma almeno ho un po' di soldi in tasca'. Dobbiamo riuscire a cambiare questa forma di pensiero. Guardiamo, per esempio, ai settori che usano i voucher: improvvisamente, in molti luoghi di lavoro, è diventato tutto lavoro occasionale e questa tendenza continuerà, perché le soluzioni offerte per limitare i voucher non sono sufficienti". Dinanzi a questo scenario, ricostruire lavoro e diritti "è la nostra grande sfida". Per farlo servono anche regole chiare ed esigibili. "Le regole sul lavoro sono una parte della libertà e della democrazia: senza di esse avremo solo un arretramento straordinario. Anche se il mondo del lavoro è cambiato profondamente, il punto di ripartenza sono sempre i diritti. Per questo - ha concluso Camusso - mettiamo a disposizione di tutti la Carta dei diritti: da sabato 9 aprile parte la raccolta di firme per trasformarla in una legge di iniziativa popolare".