Si apre la quarta settimana di sciopero per gli 847 dipendenti di Direct Line. Il 10 giugno scorso il gruppo spagnolo Mapfre, proprietario dal novembre 2014 della società specializzata nella vendita di polizze su beni mobili e immobili via telefonia e online, ha dichiarato 200 esuberi in Italia e disdettato tutti gli accordi in essere (contratto integrativo aziendale, controllo a distanza e rientro totale delle attività sinistri attualmente esternalizzate). Forte la protesta di Fisac Cgil, Fna, First Cisl e Uilca Uil che, dopo una trattativa durata quasi due mesi, hanno dichiarato lo sciopero a oltranza, giunto appunto alle soglie della quarta settimana, e organizzato un presidio permanente presso la sede di Cologno Monzese (Milano).

“Dopo la vergognosa rottura del tavolo – scrivono i sindacati in una nota – da parte dell’azienda lunedì 8 agosto, dobbiamo anche registrare la consueta mancanza di serietà della dirigenza italiana e spagnola che si sono sottratte alle proprie responsabilità, abbandonando l’azienda, per due settimane consecutive, in un momento di gravissima crisi quasi fosse una nave che affonda”. Fisac Cgil, Fna, First Cisl e Uilca Uil giudicano “irresponsabile l’atteggiamento dell'azienda che, anche in una situazione di massima gravità, con il proprio comportamento impedisce di fatto che questa vertenza possa concludersi riducendo gli impatti per il personale coinvolto, spianando quindi la strada ai licenziamenti”.

La situazione, infatti, è precipitata proprio l'8 agosto scorso. In quell'incontro Direct Line e sindacati avrebbero dovuto firmare un verbale che prevedeva il “congelamento” degli esuberi e il rimando della questione a settembre, oltre all'avvio di un piano di incentivi “volontari” per coloro che di propria iniziativa avessero scelto di lasciare l’azienda. Ma in apertura dell'incontro l'azienda ha dichiarato di non avere più intenzione di sottoscrivere il verbale: da qui la dura risposta di Fisac Cgil, Fna, First Cisl e Uilca Uil, che hanno stigmatizzato l'atteggiamento “inaudito” e “ricattatorio” dell'azienda e annunciato lo sciopero.

La Direct Line, attualmente la terza compagnia assicurativa online su scala nazionale, ha motivato la richiesta di esuberi con la difficile situazione aziendale, segnata dalla contrazione del 20 per cento della raccolta premi sulle polizze auto, dal forte calo del premio medio, oltre a un generico aumento dei costi e decremento della profittabilità rispetto agli altri maggiori operatori del settore. Alla luce di tutto questo ha dichiarato gli esuberi e proposto ai lavoratori, stavolta invece “unilateralmente”, un incentivo all’esodo, fissando il 15 settembre prossimo come termine ultimo di adesione. Se quest'operazione non andasse a buon fine, il gruppo spagnolo procederebbe ai licenziamenti collettivi.

Il piano “unilaterale” di incentivi all’esodo è stato proposto “in tempi strettissimi e senza garantire alcuna trasparenza”, ribattono i sindacati: “Ma ad oggi solo alcune domande di adesione al piano hanno ricevuto riscontro, anche di personale dichiarato in esubero, e tantissime richieste di informazioni di lavoratrici e lavoratori rimangono senza alcuna risposta. Tutto questo quando mancano solo pochi giorni alla scadenza dei termini fissati dall’azienda stessa. Ci si chiede, a questo punto, se l'obiettivo sia la riuscita del piano o il suo fallimento”.