Centinaia di presidi davanti alla prefetture di tutta Italia si sono svolti oggi per la mobilitazione promossa dalla Cgil ‘No alla controriforma del diritto e del processo del lavoro’. Un’iniziativa, quella messa in campo dal sindacato, contro il ‘collegato lavoro’ e che si è svolta a pochi giorni dal voto in Aula sul provvedimento. La Camera infatti voterà il ddl lavoro il 28 aprile quando, in contemporanea, la Cgil terrà un presidio a Roma in piazza Montecitorio a partire dalle 14.

La Cgil con queste iniziative vuole denunciare un provvedimento “sbagliato e incostituzionale, come del resto testimonia lo stesso rinvio alle camere del testo da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano”, spiega il segretario confederale, Fulvio Fammoni. Una mobilitazione ed una denuncia che il sindacato di Corso d'Italia “porta avanti da oltre 2 anni - aggiunge - da quando il provvedimento ha iniziato il suo iter parlamentare, contro una proposta che prevede, tra le altre cose, di affidare la giustizia in materia di lavoro ad 'arbitri' chiamati a giudicare 'secondo equità' e quindi non secondo legge, vanificando nei fatti i diritti dei lavoratori.

La proposta di legge, infatti, nonostante le modifiche apportate dalla commissione lavoro della Camera, giudicate insufficienti dalla Cgil, “continua a prevedere - rileva il dirigente sindacale - che, nel momento della stipula di un contratto di lavoro si possa definire una sede di arbitrato per risolvere le future controversie, sede nella quale si potrà anche non tenere conto delle leggi vigenti, ma solo una generica e non meglio definita equità, derogando a leggi come ad esempio lo 'Statuto dei lavoratori' ed il suo articolo 18. Una proposta a cui un lavoratore difficilmente potrà opporsi”.

“L'ottimo risultato raggiunto oggi
con la mobilitazione conferma l'attenzione e la contrarietà tra i lavoratori su questo provvedimento”, afferma Fammoni, secondo il quale “siamo di fronte ad una legge che penalizza i diritti dei più deboli e che presenta su tanti aspetti vizi di incostituzionalità”. Per questo, conclude, “la mobilitazione prosegue con il presidio di mercoledì alla Camera dei deputati, con la campagna di informazione a tutti i lavoratori, con ulteriori iniziative di mobilitazione durante il passaggio al Senato e che continuerà anche a legge eventualmente approvata”.