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Anche il mondo della bilateralità, in questo caso artigiana, si attrezza di fronte alle difficoltà del momento: è stato firmato oggi, 28 febbraio, a Roma da Cgil, Cisl e Uil e dalle controparti artigiane, cioè Confartigianato Imprese, Cna, Claii e Casartigiani, un accordo che prevede il rafforzamento dell’ammortizzatore sociale di settore per i lavoratori dipendenti di aziende artigiane colpite da Covid-19.
“Dalla data di oggi viene così introdotta la possibilità di utilizzare fino a venti settimane il Fondo di solidarietà della bilateralità artigiana (Fsba) con un suo rafforzamento e un’accelerazione dei tempi previsti per l’erogazione” spiega Angelo Chiari che per la segreteria provinciale della Cgil di Bergamo segue il settore. “È una risposta che ci sembra arrivare tempestivamente a favore di imprese che, essendo molto spesso di piccole dimensioni, reggono con meno vigore emergenze e chiusure temporanee. Si offre così uno strumento adeguato per evitare di ricorrere impropriamente a ferie obbligatorie o permessi non retribuiti”.
Nella provincia di Bergamo sono oltre 26 mila le persone al lavoro in 6.500 imprese artigiane: nel settore metalmeccanico 17 mila in 3.630 aziende, in quello tessile e dell’abbigliamento circa 2.750 persone in 464 imprese. Ci sono 2.000 lavoratori nel settore del legno e dell’arredamento e 2.000 nei quasi mille fra negozi e centri di acconciatura ed estetica. Sono circa 1.150 gli artigiani alimentaristi e oltre 1.180 quelli che lavorano in imprese artigiane chimiche, della gomma-plastica.
Il Fondo di solidarietà della bilateralità artigiana, lo ricordiamo, viene finanziato dalle aziende e dai lavoratori tramite una contribuzione mensile pari allo 0,45% dell’imponibile previdenziale mensile del lavoratore e allo 0,15 sempre dello stesso montante da parte del lavoratore. Lo scopo del Fondo è di consentire alle piccole aziende artigiane di affrontare momentanee situazioni di crisi senza licenziare i lavoratori che vengono così tutelati nella loro professionalità.