Competenze, innovazione e produttività per rilanciare i servizi pubblici come volano della crescita. Sono questi gli obiettivi dello sciopero dei lavoratori pubblici, ma anche di quelli privati purché preposti all'erogazione di servizi pubblici, in corso oggi (martedì 26 aprile) in Puglia. Prevista una manifestazione regionale unitaria a Bari, per l'intera mattinata, con concentramento davanti la Chiesa San Ferdinando (in via Sparano). La protesta fa parte del programma nazionale di mobilitazione indetto per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, che si concluderà alla fine di maggio. Dopo la firma dell’intesa sui quattro comparti, spiegano infatti i sindacati, il governo non ha più scuse per tenere illegittimamente bloccata la contrattazione.

Una mobilitazione "a sostegno di una proposta forte e innovativa - spiegano i segretari generali regionali D’Alberto (Fp Cgil), Lezzi (Fp Cisl), Vatinno (Fpl Uil) e Di Leo (Pa Uil) - tesa a definire nuovi modelli organizzativi, valorizzare le competenze, valutare il lavoro degli enti in base a criteri e obiettivi condivisi, ridistribuire a lavoratori e cittadini i frutti dell’impegno costante a migliorare". Ma per farlo è "necessario abbandonare la logica dei tagli, dei blocchi e dei ridimensionamenti, per imboccare la strada degli investimenti quale condizione indispensabile per dare risposte adeguate ai bisogni crescenti dei cittadini”.

Occorre allora sbloccare la contrattazione, ferma ormai da quasi sette anni, e trovare le risorse per i rinnovi, poiché "serve avviare un percorso nuovo che coinvolga attivamente i lavoratori per garantire servizi migliori ai cittadini e alle imprese, contrastando i vecchi schemi gerarchici e mettendo al centro le persone e le esigenze vere delle comunità locali". I sindacati, infine, chiedono "una contrattazione più forte anche a livello decentrato, dove occorre confrontarsi sugli aspetti specifici dell’organizzazione del lavoro, per razionalizzare la macchina amministrativa, recuperare la spesa improduttiva e trovare risorse da investire in qualità dei servizi pubblici, che vuol dire sanità, previdenza, assistenza, prevenzione, sicurezza, servizi all’occupazione e allo sviluppo".