“Rinnovato il contratto nazionale per i quasi 8 mila lavoratori del settore della riscossione, ex Equitalia”. A darne notizia è la Fisac Cgil aggiungendo che: “Finalmente, dopo 8 anni di blocco imposto dalla legge, le lavoratrici e i lavoratori del settore della Riscossione raggiungono un indispensabile riconoscimento economico ed un necessario adeguamento normativo”. 
 “Un risultato positivo - commenta il coordinatore nazionale del settore riscossione per la Fisac Cgil, Silvano Righi - e assolutamente importante per i lavoratori interessati che svolgono un'attività fondamentale e delicata al servizio dello Stato e della collettività, ma che sono troppo spesso vittime di attacchi irresponsabili e strumentali di parte della politica e della pubblica opinione del nostro Paese”.

Si tratta, aggiunge, “di un rinnovo contrattuale bilanciato, che sa conciliare una gestione più attenta alle esigenze del servizio, con l'ampliamento complessivo delle ore di apertura dei circa 200 sportelli distribuiti sul territorio nazionale, compresi alcuni sabati, ad un più ampio riconoscimento delle esigenze del personale, sia sul piano della normativa più generale che rispetto alla necessaria rivalutazione delle retribuzioni”. Conclusa anche la trattativa di rinnovo del contratto aziendale di Agenzia delle entrate - Riscossione, fa sapere ancora Righi, “la cui disciplina è finalizzata a ricercare soluzioni organizzative che consentano sia una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro del personale che un servizio più efficiente ai cittadini”.

All'indomani della firma di tali accordi, prosegue, “il ‘cantiere’ dell'attività sindacale rimane più che mai aperto, oltre che per i necessari passaggi democratici di confronto e valutazione con i lavoratori, e per l'ordinaria gestione del quotidiano, per la definizione della riforma del fondo nazionale di previdenza del settore. La disciplina attuale del fondo oggi prevede ingenti versamenti obbligatori che, purtroppo, non generano un ritorno positivo per i lavoratori; la riforma, chiesta ed attesa da tempo dalle organizzazioni sindacali, risponde pertanto ad esigenze di equità e giustizia. Si ritiene che i ministeri del Lavoro e dell'Economia e delle Finanze – conclude Righi - non possano più rinviare tale necessario adempimento”.