Stato di agitazione alla Cipi (Catania), leader mondiale nel settore della produzione dei gadget, per l'avvio della procedura di licenziamento collettivo dei 50 dipendenti. "E' una vicenda incomprensibile, perché ci sembra paradossale che un'azienda in piena salute, radicata da decenni nella nostra zona industriale, che ha portato nel mondo il nome della nostra città, voglia chiudere" spiegano Slc Cgil, Fistel Cisl e Ugl chimici, segnalando il rischio che "dietro questo procedimento ci sia la volontà dell'azienda di delocalizzare la produzione altrove per abbattere i costi". Per gli esponenti sindacali questo è "un ennesimo tentativo ai danni dei lavoratori catanesi, operato da un'impresa che per anni ha usufruito delle agevolazioni statali per gli investimenti e degli sgravi contributivi per le risorse umane assunte". Per questo, concludono, già nei prossimi giorni "attiveremo ogni iniziativa utile a evitare il peggio, affinché quest'ennesima ingiustizia ai danni di chi lavora venga sventata e la Cipi possa continuare a produrre a Catania".