“Ridurre le risorse per gli ammortizzatori senza avviare misure che rilancino l’occupazione significa minare la stessa sopravvivenza di migliaia di lavoratori e famiglie che faticano persino a portare il pane in tavola”. Così il segretario generale della Cgil sarda, Michele Carrus, stamattina in piazza Montecitorio a Roma insieme alla delegazione regionale, ha spiegato le ragioni della protesta unitaria contro il decreto che taglia le risorse e modifica l’impianto degli ammortizzatori in deroga.

“I lavoratori chiedono lavoro e non sussidi - ha detto Carrus - oggi ci si trova nell’intollerabile situazione in cui il lavoro è negato, i sussidi dell’anno scorso sono vergognosamente in ritardo e quelli per 2014 e 2015 vengono ridotti drasticamente”. Ciò che serve, per la Cgil, è una seria politica industriale, investimenti pubblici e per lo sviluppo, “non certamente riforme autoritarie o appelli via twitter ad aver fiducia nel futuro che, oltre a offendere migliaia di lavoratori in difficoltà, mistificano la realtà certificata da tutti gli indicatori sociali ed economici”.

Alla Regione il segretario Cgil chiede di sostenere i lavoratori con misure concrete e senza subire gli effetti devastanti che le scelte nazionali hanno sul nostro sistema sociale. Da qui l’appello affinché vengano “lasciati a disposizione per anticipazioni di sussidi i 52 milioni già conquistati dalle lotte sindacali e anche perché sia considerata questa urgenza nell’utilizzo delle nuove risorse rese disponibili dalla trattativa dei giorni scorsi con lo Stato”.