La Fiom di Palermo ha ribadito, nell’incontro che si è svolto oggi in Confindustria, la sua contrarietà alla nuova ondata di cassa integrazione per lo stabilimento palermitano di Fincantieri. La direzione aziendale ha confermato in pieno a Fim, Fiom e Uilm il piano di una cassa integrazione a 13 settimane, a zero ore, per 160 lavoratori, a partire dal 9 novembre. Cassa integrazione che dovrebbe protrarsi fino a settembre 2016. La discussione tra le parti è stata aggiornata a venerdì 30.

“Fincantieri ha  ribadito che lo stabilimento è in perdita e che il bacino da 80 mila tonnellate è impelagato in lungaggini burocratiche malgrado il 28 ci sia un incontro a Roma per sottoscrivere l’accordo. L’azienda non intende perdere tempo dietro alle pastoie burocratiche pertanto Fincantieri è costretta  ad avviare il processo di cassa integrazione che non si limiterà a sole 13 settimane ma durerà fino a tutto settembre 2016 -  dichiara Francesco Foti, Rsu Fiom Cantieri navali -. Come Fiom, abbiamo risposto all’azienda  che sulla vicenda della realizzazione dei  bacini gli interlocutori sono i  governi regionale e nazionale, ricordando che i ritardi sono dovuti alla diversa esigenza di Fincantieri di avere un mega bacino al posto di due”.

E ha aggiunto Angela Biondi, segretario della Fiom Cgil di Palermo: “Le spiegazioni che ci hanno fornito rispetto alla gestione del cantiere e alle prospettive future ci sono parse del tutto insufficienti per una cig che durerà per quasi tutto l’anno prossimo e non per un breve periodo. E nessuna garanzia arriva sul fonte della disponibilità  dell’azienda ad adottare  misure di integrazione alla retribuzione oltre allo strumento a carico dell’Inps. Fatto ancora più grave vista la perdita che i lavoratori stanno subendo per il mancato rinnovo dell’integrativo”.

Valutazione negativa è stata espressa dalla Fiom anche riguardo all’annuncio fatto da Fincantieri di nuove commesse in arrivo tra febbraio e marzo. “Ci hanno prospettato futuri carichi di lavoro ma senza fornirci informazioni né sulle ore di lavoro né sulla durata delle commesse. Se per noi arriva la mannaia della cassa integrazione, l’indotto – ha aggiunto Foti – sarà raso al suolo, entrerà nella crisi più profonda degli ultimi anni. Continuano a chiederci solo lavori di officina a servizio di altri cantieri e non costruzioni di navi”.

Giudizio negativo è stato espresso dalla Fiom anche per il fallimento dell’accordo di flessibilità “6x6” per il quale l’azienda si era impegnata a garantire investimenti per 800 mila euro e la piena occupazione. “Abbiamo chiesto un tavolo di discussione in merito ma Fincantieri da un anno e mezzo si sottrae a un confronto sull’efficientamento del cantiere – aggiunge Foti -  Sembra quasi che Palermo non faccia parte dell’Italia: mentre i carichi di  lavoro vengono inviati in tutti i siti, Palermo è esclusa dall’invio di commesse durature e importanti. Pretendiamo anche noi di avere il lavoro”.

La Fiom, infine, respinge le dichiarazioni di Fincantieri di aver indetto nei giorni  scorsi assemblee-sciopero strumentali per esprimere il no all’ipotesi di cig. “Proteste pretestuose? Quello che è stato da noi paventato si è trasformato in realtà. Da aprile di quest’anno abbiamo denunciato attraverso gli scioperi che sarebbe presto arrivata la cassa integrazione e che le commesse non si perdono per colpa del sindacato ma perché Fincantieri le dirotta in altri siti”.