No allo scambio tra abolizione dell’articolo 18 e abolizione dei co.co.pro. A dirlo è Daniele Quiriconi, responsabile Mercato del lavoro della Cgil Toscana, precisando che “dopo l’intervento del ministro Fornero del 2011, questa modalità di avviamento al lavoro, in Italia e in Toscana, è ormai residuale, costituendo solo il 4,47 per cento del totale. Le altre forme, per parlare solo delle più discutibili, lavoro intermittente, a chiamata, associazione in compartecipazione, sono maggiori di oltre tre volte”. Aggiunge Quiriconi: “se si vuol fare 'pulizia' del supermercato di opportunità di dare lavoro precario, che dal 2002 governi e parlamenti hanno varato, e contro i quali la Cgil ha svolto una dura azione di contrasto con sei scioperi generali, limitando i danni ma non riuscendo a rovesciare il dogma neoliberista che stava alla base di quelle iniziative, bisogna fare sul serio. E rilanciare la domanda di occupazione di qualità: in Toscana, in cui va un po’ meglio che altrove, nell’ultimo trimestre 2014 su 201.728 nuovi avviamenti, quelli a tempo indeterminato a tempo pieno sono stati solo il 4,59 per cento, cioè 9.260. Con le evidenti conseguenze su reddito e qualità del lavoro”.