“Apprezziamo il lavoro di riprogrammazione delle risorse europee e nazionali; ora, però, si aprano subito i cantieri nei quali reimpiegare, prima di tutto, i lavoratori rimasti senza ammortizzatori sociali”. È la richiesta della Cgil della Sardegna, che apprezza la volontà della Giunta regionale di riattivare gli investimenti pubblici e, soprattutto, lo sforzo di accelerare le procedure di appalto delle opere.

“Quel che è più rilevante – ha detto il segretario generale Michele Carrus –, non è la disponibilità di un saldo complessivo di fondi utilizzabili, che sono tanti, ancor più dei 900 milioni oggi annunciati, ma la loro spesa effettiva e l’avvio delle opere e dei cantieri”.  Secondo il leader della Cgil regionale, infatti, occorre convogliare dentro un piano complessivo per il lavoro gli investimenti che si mettono a correre, individuando misure, strumenti di sostegno e normativi (nei bandi, nelle commesse e negli affidamenti), che garantiscano il reimpiego dei disoccupati con l’obiettivo di moltiplicare l’effetto anticiclico delle opere pubbliche sull’occupazione.

"Alle opere che si possono avviare con questi fondi di scopo e alle attività di bonifica già finanziate che devono essere accelerate  – ha aggiunto il dirigente della Cgil sarda –, è opportuno affiancare un fondo regionale concertato con gli enti locali, che consenta di superare i limiti del patto di stabilità interno, per realizzare in tempi celeri, attraverso una apposita ricognizione, tutti gli interventi di sistemazione del territorio, sulle reti viarie minori, i sottoservizi, l’arredo urbano, i cantieri comunali, le attività di tutela e valorizzazione dell’ambiente e dei beni culturali”.