Il progetto va avanti e si allarga a macchia d’olio, comprendendo sempre più camere del lavoro, regionali e categorie della Cgil. È il coordinamento nazionale della formazione, messo a punto dalla confederazione presso la sede dell’Impruneta (Firenze). ”Si tratta di un nuovo organismo votato per funzioni – spiega Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale –, che deve proporre e organizzare la formazione e farla decollare. È composto da formatori, responsabili della formazione e persone con grande esperienza alle spalle. Vogliamo far crescere il collettivo fino a farlo diventare un organo collegiale, sapendo che vi sono dei buchi, ovvero territori ancora privi di formazione. Nel complesso, è un pacchetto corposo di attività formativa che si integra con quelle delle categorie e dei territori. La scommessa è mettere in rete le competenze, valorizzando i punti di eccellenza che ci sono sul territorio. La Fondazione Di Vittorio è uno di questi. Cerchiamo di far emergere le eccellenze e anche di fare formazione laddove non si fa e poi costituiamo gruppi di lavoro in grado di coprogettare”.

 

Simona Marchi, responsabile formazione della Fondazione Di Vittorio, fa parte del nuovo coordinamento. “Da sempre, la Fdv ha la vocazione per la formazione, ed ha riunito tutti i vari istituti che la compongono: Isf, Smile, istituto di ricerca e istituto di storia e memoria. Rispetto alle richieste che ci vengono dalla Cgil sull’esigenza di formazione per il personale interno noi ci attrezziamo per tale tipologia di attività. Sono delle nostre competenze che servono a territori e categorie per progetti di formazione specifici. Sono diverse le vocazioni che adesso collaborano all’interno della Fdv. C’è la formazione sindacale tradizionale, che portiamo avanti con una progettazione didattica e attraverso lo sviluppo di tematiche specifiche, analisi dei fabbisogni formativi, didattica di gruppo, formazione a distanza. Inoltre, c’è la vocazione di storia e memoria che è la più antica della Fdv. Ora affrontiamo tematiche di attualità, come quella della legalità, anche in chiave storica. Più una serie di competenze di progettazione più tecniche”.

Un territorio come la Puglia fa parte del progetto nazionale. “Da pochi giorni abbiamo costituito il coordinamento – dice Salvatore Arnesano, coordinatore formazione Cgil Puglia. Poi entreremo nel merito del piano formativo regionale. Il coordinamento è stato creato con metodi nuovi e trasferito sui territori. Vogliamo essere concreti. Attraverso il coordinamento regionale entreremo nel merito della nostra proposta politica, supportata da argomenti tecnici e operativi. Possiamo considerare il coordinamento 4.0, perché l’approccio è inedito. Da sempre, facciamo tanta formazione, ma cerchiamo di rendere esigibile il risultato che riguarda l’aspetto delle persone che noi rappresentiamo. Organizziamo una formazione di tipo confederale, condivisa e in rete, e nello stesso tempo locale”.

“Partiamo con una formazione che coinvolge tutta l’organizzazione, provando a superare la parzialità un po’ corporativa delle singole categorie – afferma Antonella Morga, segreteria Cgil Puglia –. La nostra è una regione a molte facce, e fra queste vi è compresa quella dell’illegalità, purtroppo. Con il nostro lavoro e con la formazione vogliamo provare a rilanciare la nostra idea di appartenenza motivazionale. Per farlo, dobbiamo stare tutti assieme. Diamo un contributo alla crescita della nostra regione, siamo la parte che contribuisce a uno sviluppo di qualità e che cerca di denunciare quando le condizioni delle persone non sono rispettate, facendo denunce pesanti, ad esempio per la morte sul lavoro di uomini e donne in agricoltura, e ci battiamo contro il caporalato e per l’attuazione della legge 199/2016, che tanto abbiamo contribuito a far approvare, e per l’affermazione dei diritti dei lavoratori. Con la formazione vogliamo continuare a operare tutti i giorni su questo solco. La formazione è una leva d’importanza straordinaria, assieme alla valorizzazione del territorio, alla contrattazione inclusiva, alla contrattazione sociale e territoriale. Siamo un’organizzazione che si rinnova, così come lo fa l’Auser, il Sunia, la Federconsumatori, le agenzie di formazione, modificando i propri usi e costumi. Siamo una specie di casa multiforme e straordinaria per ridare dignità e identità ai lavoratori. Dobbiamo imporre le nostre idee e le nostre proposte, per essere anche noi promotori del cambiamento”.

“Formazione e contrattazione sono uno dei fuochi centrali del ragionamento del  futuro impianto formativo. Così come tra formazione e proselitismo o tesseramento il nesso è molto forte. Lo stesso vale anche per formazione e Carta dei diritti universali del lavoro. La formazione è uno strumento che la confederazione si è data per aggiornare la propria organizzazione, secondo i tempi e le modalità più innovative, al fine di far diventare la Cgil 4.0, un po’ più attenta alle dinamiche europee, alla lettura di genere, con più interesse anche per la salute e la  sicurezza sul lavoro. Il caso della Puglia è interessante, perché lì abbiamo lavorato molto, avendo l’idea che la formazione non la si può esportare, ma va costruita territorio per territorio e categoria per categoria. Ci siamo dati un piano della durata di tre-cinque anni per costruire una struttura formativa che permetta a quell’organizzazione regionale di essere autonoma. La costruzione di questa rete è il nostro obiettivo primario”, conclude Pelucchi.