“La precettazione del ministro dei Trasporti intervenuta ieri impedisce ai ferrovieri di aderire allo sciopero generale di Cgil e Uil del 12 dicembre 2014”. Così in una nota la Cgil e la Filt di Genova e della Liguria.

“Nei giorni scorsi - si legge in una nota - ‎la Cgil aveva chiesto invano un'audizione alla Commissione di Garanzia, nel tentativo di mantenere la mobilitazione anche per i ferrovieri, perché un sindacato di mestiere, di cui non si conosce nemmeno il numero degli iscritti, impediva a questi lavoratori di scioperare il 12 dicembre insieme a tutti gli altri, per alcuni cavilli normativi contenuti nella legge sullo sciopero nei servizi pubblici‎”.

Ora “la precettazione ministeriale conferma l'inadeguatezza della legge 146/90 perché la norma permette a qualunque sigla anche poco o per nulla rappresentativa, di impedire ai lavoratori di partecipare a mobilitazioni dell'importanza di quella del 12 dicembre. Le continue proclamazioni di sciopero da parte dei medesimi soggetti alla ricerca di facili consensi con rivendicazioni di carattere squisitamente corporativo, impediscono di fatto l'esercizio del diritto di sciopero sugli stessi bacini di utenza agli altri sindacati, magari molto più rappresentativi, anche su temi di carattere confederale”.

“Questo - si legge nel comunicato - avviene perché mancano criteri di rappresentatività nella disciplina delle modalità di accesso al diritto di sciopero. Più volte la Filt e la Cgil hanno scelto con senso di responsabilità di sospendere le loro mobilitazioni in momenti drammatici per la Regione come le recenti alluvioni di Genova, del Tigullio e quelle passate nelle Cinqueterre, oppure in casi di emergenza come la frana di Andora che ha bloccato il Ponente Ligure per settimane. Lo abbiamo scelto autonomamente, nella consapevolezza dell'importanza che riveste per i cittadini servizio di trasporto pubblico ‎durante le emergenze, senza mai aspettare che ci venisse imposto attraverso le precettazione e gli interventi delle Autorità competenti in materia”.

Questa volta “i ferrovieri non potranno scioperare, ma non per scelta, bensì per un'ordinanza, cioè un'imposizione legittima ma iniqua nei suoi effetti, perché consente a pochi di bloccare i diritti della maggioranza. Riteniamo pesantissime le conseguenze delle scelte compiute da questo Governo con‎ il Jobs act e la legge di stabilità, per questo consideriamo grave che un settore che raccoglie oltre 60 mila dipendenti non possa scioperare contro di esse come fanno tutti gli altri lavoratori in Italia”.

“E' giunta l'ora - conclude la nota - di inserire nella legge sullo sciopero i criteri di rappresentanza contenuti nell'accordo interconfederale del 10 gennaio 2014, perché quanto accaduto prova definitivamente che bisogna voltare pagina sulla regolazione del diritto di sciopero”.