Senza unità i sindacati conteranno sempre meno. Lo ha scritto Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, in una lettera inviata ai colleghi di Cisl e Uil, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo e ripresa domenica 21 giugno dal quotidiano “La Repubblica”. “Se non supereremo lo stallo e la burocratizzazione del lungo periodo che abbiamo alle spalle — scrive la Camusso — tutto congiurerà per nuove divisioni e l'ininfluenza nelle scelte”. Secondo Camusso, è dalle cose che uniscono che si deve far ripartire il confronto sull'unità: pensioni, fisco, Mezzogiorno, politica industriale, contratti e gestione della crisi. Tutti temi su cui le tre confederazioni o hanno già espresso posizioni convergenti o sono in grado di avvicinarsi tra loro. D'altra parte l'accordo sulla rappresentanza firmato all'inizio dello scorso anno con la Confindustria risolve molti dei problemi. Entro la fine di questo mese l'Inps dovrebbe rendere note le deleghe sindacali: si saprà quanti sono davvero gli iscritti ai sindacati. E sulla base degli iscritti e dei voti ottenuti nelle elezioni delle Rsu (le rappresentanze in azienda) la rappresentatività delle singole sigle non sarà più presunta ma reale. Saranno questi i dati che permetteranno l'accesso alla contrattazione e poi all'approvazione dei contratti.

Con quell'accordo - a detta del segretario Cgil - le regole della competizione tra sindacati sono ormai chiare.Di fronte, però, c'è la linea del governo Renzi, non solo contrario alla concertazione ma anche determinato a ridurre gli spazi di intermediazione dei soggetti sociali nel rapporto tra la politica e i cittadini-elettori. Strategia incrinata per la prima volta proprio dallo scontro sulla "Buona scuola".

Sulla scia di questo — afferma Camusso — bisogna impedire che la politica invada il campo del sindacato. E approfittare del fatto che l'Esecutivo ha scelto di rinviare, in attesa proprio di un accordo sindacale, la disciplina del salario minimo legale la cui introduzione finirebbe per minare dall'interno la stabilità delle relazioni industriali con il progressivo superamento del contratto nazionale di categoria e la possibilità per le aziende di uscire dalla Confindustria o dalle altre associazioni di rappresentanza. Il rinvio del governo consente alle parti sociali di riprendersi il campo di gioco. Ma il tempo non è tantissimo: più o meno i mesi estivi. “Serve discontinuità nelle relazioni tra noi”, scrive Camusso a Furlan e Barbagallo. L'obiettivo non è il "sindacato unico", lanciato da Renzi, ma il "sindacato unitario" nel quale possano convivere le diverse culture del sindacalismo italiano.