“Lo schema di decreto legislativo sul riordino delle funzioni e del finanziamento delle Camere di commercio non contiene garanzie sufficienti, sia sotto il profilo dalla tenuta occupazionale, sia della tenuta dei servizi alle imprese e sul territorio. Per questo va cambiato”. Così Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, scese in piazza il 29 settembre con i lavoratori del sistema camerale per dire no a un provvedimento di riordino sbagliato e per chiedere una vera riforma del settore.

Una manifestazione, quella che ha riempito piazza di Pietra, a Roma, con la rabbia e la determinazione di tante lavoratrici e lavoratori provenienti da tutto il territorio nazionale. E che non ha risparmiato critiche a un provvedimento “che prevede tagli sia ai servizi che alle dotazioni organiche, la messa in mobilità del personale in soprannumero, e con l’ulteriore taglio del diritto annuale nel 2017, l’impossibilità di garantire la sostenibilità economica-finanziaria del sistema camerale”.

Dura la posizione delle tre sigle di categoria anche rispetto all’operato del governo e della controparte datoriale: “Sia il ministro dello Sviluppo economico sia il presidente di Unioncamere non hanno finora recepito le istanze poste dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali. Senza dimenticare che il protocollo d’intesa, sottoscritto da Unioncamere con Cgil, Cisl e Uil il 7 agosto 2014, prevedeva, tra l’altro, l’obiettivo di garantire un riordino che salvaguardasse i servizi alle imprese e la tenuta occupazionale, oltre all’istituzione di un tavolo permanente di confronto nazionale sul riordino del sistema camerale”.

“Vogliamo una vera riforma delle Camere di commercio”, hanno ribadito dal palco i dirigenti sindacali, “che riorganizzi il sistema rilanciando i servizi alle imprese, e scommetta sulle tante professionalità che rappresentano un’eccellenza del Paese. Occorre intervenire sul provvedimento, prima che sia troppo tardi”. Dopo la piazza, dunque, prosegue l’azione di confronto avviata dalle organizzazioni sindacali con le istituzioni politiche per spingere il governo a un cambio di rotta, non ultima, l’audizione che si è tenuta con la X commissione della Camera dei Deputati, in concomitanza con la manifestazione. “La nostra mobilitazione continua, a Roma come in tutti i territori. Non ci fermeremo”.