Ennesimo allarme precari nei call center lanciato dai sindacati. Felsa Cisl Lazio, Nidil Cgil Roma e Lazio e Uiltemp Roma e Lazio stavolta denunciano il comportamento di Assist, definito in una nota “scorretto”.

Secondo quanto riportato dai sindacati, infatti, Assist ha recentemente interrotto numerosi contratti a tempo indeterminato di lavoratori in somministrazione, sostituendoli con lavoratori con contratto di apprendistato, sempre in somministrazione.

“In un momento in cui i lavoratori dei call center scioperano per difendere il proprio lavoro da comportamenti scorretti come la delocalizzazione e le gare al massimo ribasso – scrivono Felsa Cisl Lazio, Nidil Cgil Roma e Lazio e Uiltemp Roma e Lazio - il call center Assist continua invece nelle sue politiche di sfruttamento dei lavoratori, ai quali fa di fatto pagare i profitti di gare vinte con prezzi base ben al di sotto dei minimi retributivi previsti dal Contratto nazionale”.

“Si tratta – commentano i sindacati – di un comportamento arrogante e di scarso rispetto per le regole e per i lavoratori stessi, che si aggiunge agli altri comportamenti altrettanto scorretti come la richiesta di straordinari a lavoratori con contratti part time o comunque con redditi molto bassi, e il cambio nella programmazione di turni che vengono ormai assegnati con un preavviso di pochi giorni”.

La motivazione addotta
da Assist per tali comportamenti è che i margini di profitto derivanti dall’ultima gara aggiudicatasi non consentono di mantenere lavoratori con contratto a tempo indeterminato. “Aver partecipato adu na gara a queste condizioni – sostengono però i sindacati – non solo non può essere una giustificazione, ma è un'aggravante: si tratta di un comportamento scorretto anche nei riguardi della propria associazione datoriale, che invitiamo ad intervenire”.

“Crediamo infine -concludono Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uiltemp  - che una responsabilità rilevante l'abbia anche il committente, cioè Eni: si tratta infatti di un’azienda che, vista la forte partecipazione pubblica, dovrebbe rispettare maggiormente i lavoratori e i loro diritti, evitando di indire gare con un prezzo base più basso della retribuzione minima contrattuale”.