“Non spaccherò il sindacato in caso di mancato accordo, ma ognuno dovrà prendersi le sue responsabilità. Io fino all'ultimo lotterò per trovare un punto di convergenza. II sindacato non può essere da meno dei partiti che hanno dato il via libera a Mario Monti sulla riforma del lavoro. Lasciare solo iI governo significa far perdere al sindacato la forza di poter chiedere conto delle politiche generali a tutte le istituzioni”. Raffaele Bonanni, intervistato dal Corriere della Sera insiste sulle cose buone che sono uscite dal tavolo di trattativa: “Primo: la nostra proposta di usare l'apprendistato come forma prevalente per i giovani ed eliminare strumenti come tirocini e stage per lasciarli solo ai dottorati. Così le partite Iva, le false partecipazioni e cocopro e tutte le formule che camuffano rapporti di lavoro. Altra nostra conquista è che i contratti a tempo determinato costeranno di più. E l'estensione degli ammortizzatori sociali anche ai piccoli oggi sostenuti dalla casa in deroga è un segno molto forte, una novità rivoluzionaria”.

Ma, gli chiede il giornalista, come si può superare il muro dell' articolo18? “Far saltare tutto per non accettare qualche modifica mi sembra un atto di forte irresponsabilità. Basta chiarirci bene su quello che deve fare il giudice”. E sul rischio che Monti scelga la soluzione più radicale del reintegro solo per le discriminazioni, "Saremmo l'unico paese europeo – dice il leader della Cisl – con questa ampia libertà di licenziamento. E poi c'è un altro rischio: trapela la possibilità che l'articolo 18 salti per i nuovi assunti introducendo un devastante sistema duale. Per questo non smetterò di insistere con Cgil e UiI perché si medi verso soluzioni condivise”.