Istruttiva intervista di Antonella Baccaro a Raffaele Bonanni sul Corriere della Sera di oggi, sulla trattativa sul lavoro e sulle svolte del segretario della Cisl (che, viene detto in premessa “s'infuria se gli si dice che ha mutato linea nella trattativa sulla riforma del lavoro” e “sapendo che ieri il leader della Cisl ha concluso che spetta al giudice valutare se i licenziamenti economici celano motivi fraudolenti e in questo caso disporre il reintegro. E magari anche una multa”).
Dopo aver ricostruito i vari momenti della trattativa, la giornalista chiede: “La norma così com'è consente di licenziare un lavoratore per motivi economici inesistenti con un indennizzo fino a 27 mensilità. Le va bene così? “Intanto – risponde Bonanni –, abbiamo modificato la norma nel senso che se il licenziamento economico cela un motivo discriminatorio o disciplinare, se ne adotti la relativa tutela”.

Però – gli chiede Baccaro – resta il fatto che un'azienda che adduce motivi economici che non ha può liquidare un lavoratore con un indennizzo. Per lei la norma va bene così o va cambiata? “Va cambiata: c'è un buco da coprire. Non è possibile che un datore di lavoro licenzi adducendo una crisi che non può dimostrare”. Dunque condivide la tesi di Camusso oltre che di Angeletti? “Posto che sin dall'inizio ho detto che i licenziamenti economici andavano ispirati al modello tedesco e messi al riparo dagli abusi, è su come si debba fare che bisogna lavorare ora”. Che cosa suggerisce? “Bisogna adottare il modello tedesco ma quello vero. Quello che comprende un potente meccanismo di conciliazione preventivo e solo eventualmente un ricorso al giudice che valuti se il licenziamento è giustificato o no”.