"I lavoratori della Banca popolare di Vicenza non ci stanno a pagare le buonuscite di chi ha portato la banca al disastro, tanto più a fronte dei già ventilati tagli (30 milioni) sul costo del personale e dei nuovi sacrifici che potranno emergere dal piano industriale". Lo ribadisce in una nota l’organo di coordinamento del Gruppo Banca Popolare di Vicenza – Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Unisin, deciso a chiedere “trasparenza, correttezza ed equità verso tutti i dipendenti”.

In attesa di conoscere il nuovo piano industriale che dovrebbe essere presentato in ottobre e che “con molta probabilità non sarà privo di sacrifici”, il coordinamento sindacale si rivolge al nuovo management affinché sia fatta piazza pulita rispetto ad un “passato che c’è ancora”.  In particolare i sindacati “ribadiscono con forza al nuovo management di intraprendere le doverose azioni di responsabilità verso chi ha provocato questo disastro, per fare chiarezza e pulizia fino fondo". 

Ribadiscono che occorre tutelare, come stabilito dal contratto, tutti i colleghi nei cui confronti venga notificata una informazione di garanzia, ovvero esercitata azione penale in relazione a fatti compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni". Per i sindacati bisogna anche "ufficializzare gli importi già erogati o stanziati per le remunerazioni e le 'buonuscite' di tutto il top management, soprattutto alla luce dei 30 milioni di tagli”sul costo del personale ventilati 2 mesi fa e riportati nero su bianco in un’apposita informativa sindacale e fare chiarezza sui presunti 'patti di riacquisto'che alcuni clienti contesterebbero alla Banca". Infine, bisogna "avviare un serio cambio di rotta nei rapporti azienda-sindacato e nelle scelte strategiche”.