“Insieme, ancora più forti. La cittadinanza non ha età”. È questo il titolo del IX Congresso nazionale dell’Auser che si tiene a Salerno da oggi (mercoledì 5 aprile) a venerdì 7 prossimo, presso il Grand Hotel Salerno (in via Lungomare Clemente Tafuri 1). Partecipano all'appuntamento oltre 400 fra delegati e invitati provenienti da tutta Italia. Si tratta di un "congresso importante, durante il quale l’associazione definirà linee e strategie politiche e organizzative per i prossimi quattro anni". Tra i numerosi ospiti (qui il programma completo) si segnalano Enzo Costa (presidente Auser), Ivan Pedretti (segretario generale Spi Cgil) e Susanna Camusso (segretario generale Cgil).

L’Auser, che ha raggiunto i 28 anni di attività, è presente oggi in tutta Italia con 1.543 sedi, gli iscritti superano ormai quota 300 mila e i volontari sono 44.753. I dati del bilancio sociale che verrà presentato al congresso parlano di 7.411.597 ore di volontariato e di quasi 625 mila persone che partecipano alle attività associative.

L’Auser "è diventata una grande 'casa' della solidarietà diffusa in tutto il paese, un’associazione rivolta soprattutto agli anziani, ma sempre più aperta ai giovani e alla contaminazione con altre culture" spiega la nota: "Un’associazione dove i cittadini di tutte le età possono trovare opportunità per esprimersi, conoscersi, partecipare, praticare la solidarietà, apprendere cose nuove, vivere in modo pieno la propria esistenza". Inoltre, è un'associazione sempre più “al femminile” con una diffusa presenza di donne sia fra i volontari sia nei ruoli dirigenziali: attualmente ben dieci presidenti regionali sono donne. 

Da Salerno l’associazione lancerà le sue sfide “per un nuovo patto sociale e nuove politiche di welfare che diano risposte ai bisogni dei cittadini, a chi è rimasto indietro, che promuova l’uguaglianza e i diritti di cittadinanza” sottolinea il presidente Enzo Costa. Un "patto sociale" fondato su solidarietà, partecipazione, etica, inclusione sociale: “Dobbiamo valutare quale cambiamento abbiamo prodotto nella vita concreta delle persone e della comunità. Oltre al fare dobbiamo imparare a misurare, e creare sempre più valore sociale, perché la comunità dove si svolge la nostra attività ci percepisca come un punto di riferimento”.

Un "patto sociale" che guardi all’invecchiamento attivo come grande opportunità per la società. “Basta con gli stereotipi, con i luoghi comuni" conclude Costa: "Gli anziani non sono un costo sociale e non rappresentano un’emergenza demografica, sono invece una grande risorsa per il paese”.