Hanno manifestato stamattina, 19 novembre, i dipendenti di Ati group, azienda confiscata nel 2013 all’imprenditore Michele Aiello, con un presidio sotto la sede dell’assessorato al Lavoro di Palermo. I 110 lavoratori non percepiscono la cassa integrazione in deroga da aprile e, per chi ha avuto l’opportunità di lavorare, le retribuzioni sono ferme ad agosto, erogate in forma di acconto, con spettanze arretrate di un anno fa. Nel giorno del presidio, è arrivata la convocazione per la cig in deroga, scattata ad aprile 2005. L’incontro si terrà il 26 novembre, alle 9,30, presso gli uffici di via Trinacria.

Oggi una delegazione è stata ricevuta in assessorato dal capo della segreteria particolare, Marianna Caronia. “Siamo stati informati che la convocazione è partita, ma rimangono perplessità sulle risorse per la cig. Martedì 24, i lavoratori di Ati Group si riuniranno in assemblea all’Auser di Bagheria, alle ore 17, per valutare le modalità di azione da intraprendere, in vista della convocazione di giovedì prossimo”, afferma Franco Macaluso, della Fillea di Palermo.

Attualmente, gli edili del gruppo Aiello sono quasi tutti fermi: a lavorare, è un gruppo di 15 operai, divisi tra il cantiere del macello comunale di Partinico e la manutenzione di un edificio confiscato alla mafia, in via Papa Sergio. Gli altri sono in cig straordinaria, con la pratica in corso presso il ministero del Lavoro. Un terzo cantiere, il lotto di Bolognetta, sulla strada Palermo-Agrigento, è stato da poco ultimato, e si attende l’aggiudicazione del lotto successivo. Per quanto riguarda l’ampliamento di Villa Santa Teresa, l’appalto è incompleto: è stata realizzata solo la struttura esterna, appena il 30% dell’opera.  

Relativamente alle questioni della formazione della cooperativa, i lavoratori Ati Group hanno manifestato, con atto formale all’Agenzia per i beni confiscati, la loro disponibilità a formare una coop  che riceva in affitto il ramo d’azienda dell’edilizia. “Ma attendono ancora, inspiegabilmente, di ricevere una proposta scritta, fondata su un piano che preveda concrete possibilità di ripresa e di continuazione dell’attività produttiva – aggiunge il segretario della Fillea, Domenico Piastra –. Un piano basato, oltrechè su bilanci e previsioni di mercato, anche sulla reale situazione economica dei contratti d’appalto in  essere”.