Ata Hotel, catena alberghiera di proprietà di Unipol, licenzia quasi 500 addetti tra Milano (la piazza più impattata all’indomani di Expo), Roma, Cagliari e la Valle d’ Aosta, a causa del fallimento della trattativa commerciale con Enpam (l’Ente Nazionale  Previdenziale di Medici e Odontoiatri) proprietario degli immobili assieme al Fondo Antirion. Il primo incontro tra sindacati e impresa si terrà l’8 febbraio a Milano e si annuncia carico di difficoltà. Lo afferma la Filcams Cgil, in una nota.

“Situazione gravissima, che conferma ancora una volta la distanza che intercorre in questo paese  fra chiacchiere e realtà quando si parla di turismo”, dichiara Cristian Sesena della Filcams nazionale.

I sindacati i hanno scritto ad Enpam per comprendere le ragioni di questo divorzio gravido di pesanti ricadute sociali e soprattutto  per conoscere le reali intenzioni della proprietà rispetto agli 8 alberghi della catena. “Non è credibile” continua Sesena, “che questi alberghi chiudano definitivamente o diventino altro. Il rischio vero è che l’operazione sia studiata a tavolino per non assumere i dipendenti attuali, procedendo al momento opportuno alla vendita e conseguentemente  a nuove assunzioni, magari sfruttando le agevolazioni fiscali previste dalla Finanziaria.”

Le difficoltà nascono anche dalla compresenza di due interlocutori Ata Hotels, titolare dei rapporti di lavoro, e Enpam – Antirion che detengono la proprietà delle mura. “Non accetteremo rimpalli. Tutti devono assumersi le proprie responsabilità: Enpam, Ata Hotels, ma anche le istituzioni a partire dal Ministero dello Sviluppo a  cui chiederemo l’apertura di un tavolo di crisi. In questo settore che tutti celebrano come la leva strategica dello sviluppo della nostra economia, mancano ammortizzatori sociali adeguati per accompagnare i processi di riorganizzazione e le crisi aziendali, ma soprattutto risulta drammaticamente assente il rispetto del lavoro delle persone, senza il quale, lo ricordiamo, l’offerta turistica non può esistere”, conclude.