Sono in stato di agitazione le lavoratrici e i lavoratori di Arpal Umbria (ex centri per l’impiego e area formazione) che hanno avviato, insieme ai loro sindacati, Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl, le procedure di raffreddamento presso la prefettura. Riuniti in assemblea sindacale, i lavoratori hanno denunciato il mancato rispetto della legge regionale n. 1/2018 ed in particolare l’assenza di convenzioni ad hoc con la giunta regionale, che ha generato enormi problematiche inerenti lo svolgimento dell’attività amministrativa di Arpal Umbria.

Non a caso, la lettera con la quale i sindacati e la Rsu di Arpal indicono lo stato di agitazione è stata indirizzata anche alla neo presidente della giunta regionale, Donatella Tesei: "Il mancato rispetto della legge regionale - vi si legge - ha generato problematiche inerenti l’assenza di appositi uffici per lo svolgimento dell’attività amministrativa di Arpal Umbria, quali ad esempio l'ufficio ragioneria e bilancio, l’ufficio di gestione del personale e l'ufficio del patrimonio”. Inoltre, le organizzazioni sindacali "non sono state ancora convocate per la trattativa sulla parte economica del fondo salario accessorio 2019, impedendo così l’applicazione degli istituti contrattuali previsti dal contratto nazionale del comparto funzioni locali 2016/2018”. 

Ma quello che preme di più ai lavoratori e ai sindacati è il fatto che ad oggi non ha avuto alcun seguito l’intesa siglata con Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl dell'Umbria il 19 settembre, relativa alla previsione del piano di assunzioni nel triennio 2019-2021. "Piano che prevedeva - come spiegano i segretari delle tre sigle, Silvia Pansolini, Ubaldo Pascolini e Marco Cotone - l’attivazione di un tavolo permanente di confronto e monitoraggio dei processi relativi alle procedure concorsuali e della riorganizzazione e valorizzazione del personale già in carico. In questo modo – concludono i tre segretari – non si dà piena attuazione né allo spirito della legge, né si consente la piena funzionalità di Arpal con un inevitabile indebolimento delle politiche attive del lavoro”.