“A chi ci accusa di difendere chi è già tutelato, noi vorremmo chiedere: se come dite il mondo del lavoro è così frammentato, se ci sono tanti ultimi come si dice sempre più spesso, perché non si comincia a far sì non che tutti diventino ultimi, ma che gli ultimi acquisiscano quelle garanzie e quelle tutele che gli possano far ottenere dignità?”. Ha esordito on una domanda, Susanna Camusso, segretario generale Cgil, sul palco di piazza del Pantheon a Roma. Proprio nella capitale, infatti, il sindacato di Corso d'Italia ha dato oggi (14 gennaio) il via alla sua raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che riformi il sistema degli appalti in questo paese.

“Molti cittadini - ha ricordato Camusso - sentono la parola appalti solo per via delle inchieste giudiziarie. Gli appalti, invece, attraversano tutta l'attività economica del nostro paese. Eppure, la non trasparenza delle norme è uno degli elementi che permette la crescita dell'illegalità. Perché il governo, invece di tagliare i servizi, ai cittadini, non taglia le 30.000 stazione appaltanti che ci sono in Italia? Perché è un sistema di potere, dietro il quale però ci sono milioni di lavoratori che pagano le conseguenze delle gare al massimo ribasso. Noi vogliamo ripartire da lì, da quei milioni di lavoratori, che non sanno cosa succederà al loro appalto e, di conseguenza, non sanno cosa sarà del loro lavoro”.

La preoccupazione della Cgil “è infatti che quando si discute di appalti e criminalità, i lavoratori scompaiono. Diventano delle vittime senza un volto. Uno dei tanti danni che il governo dei tecnici ha fatto è proprio questo: attraverso la legislazione ha spezzato il rapporto tra l'azienda che dà l'appalto e quella che lo riceve. In questo modo si scaricano i problemi solo sui lavoratori. Noi non vogliamo far altro che ripristinare questo legame fondamentale, che permette al lavoratore, anche se cambia l'appalto, di mantenere il suo lavoro e la sua professionalità. E' questo che contestiamo anche alla legge delega”.

“Lo chiediamo da tempo, ma siamo stanchi di aspettare che qualcuno un giorno si svegli - ha concluso Camusso -. Per questo proponiamo una legge che parta dalle regole della tutela, per mettere al centro il lavoro. Noi andremo in tutti luoghi di lavoro, ma anche nelle piazza per raccogliere le firme. E per affermare ancora una volta che per essere liberi bisogna avere un lavoro che non sia fonte di angoscia ma di tranquillità. Questo riguarda la qualità del nostro vivere sociale”.

La proposta della Cgil
La proposta di legge che si articola in tre punti: “Per la garanzia dei trattamenti dei lavoratori impiegati negli appalti privati e pubblici; per il contrasto alle pratiche di concorrenza sleale tra le imprese; per la tutela dell'occupazione nei cambi di appalto”. La proposta di legge di iniziativa popolare mira a tutelare i trattamenti retributivi e previdenziali dei lavoratori attraverso la responsabilità solidale; contrastare l’illegalità e l’evasione, infiltrazioni malavitose e la corruzione con il ripristino delle forme di controllo di legalità e la reintroduzione degli indici di congruità a garanzia dei livelli occupazionali; contrastare il massimo ribasso attraverso la certificazione e qualificazione degli operatori coinvolti e l’introduzione di norme che impongano il rispetto dei contratti di settore e dei diritti dei lavoratori; sancire regole che consentano nei cambi di appalto la garanzia occupazionale e il rispetto dei diritti contrattuali; escludere dalle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici le imprese che abbiano gravemente violato gli obblighi nei confronti dei loro dipendenti, iscrivendole in apposito registro presso l’Autorità Anticorruzione.