Una lavoratrice palermitana di Almaviva Contact spa, parlando a nome di tutti i lavoratori del call center che in Sicilia è pronta ad annunciare per il 2015 un piano di 3 mila esuberi, ha scritto a Papa Francesco. E ha ottenuto dal Pontefice una risposta scritta, oltre alla  sua benedizione. “Caro Papa Francesco, Le scrivo per portarla a conoscenza di una triste e grave situazione che sta coinvolgendo la mia famiglia e altre migliaia di famiglie, quelle dei miei colleghi. Le scrivo con rabbia e con le lacrime agli occhi, ma non con rassegnazione: quella è una parola che la mia dignità di lavoratrice non conosce. A causa dell’inerzia e dell’indifferenza della nostra classe politica, 2.500 famiglie stanno rischiando di perdere il proprio posto di lavoro”. Inizia così, l’accorata lettera di Caterina D., di 32 anni, inviata a Papa Bergoglio  nei giorni scorsi. E ora le è arrivata la risposta, scritta, a nome di Papa Francesco, da monsignor Peter B. Wells, della Segreteria di Stato:  “Il Santo Padre Francesco ha accolto con sentimento di spirituale vicinanza l’atto di devota confidenza che gli è stato presentato. Sua Santità, nel ringraziare per il gesto filiale, incoraggia ad abbandonarsi con rinnovata fiducia tra le braccia paterne del Signore, che sempre ascolta la supplica di chi, con pazienza e umiltà, bussa alla sua porta”. 

Caterina ha mostrato la sua lettera oggi durante un’intervista all’emittente della Cei Tv2000, per un reportage che si è tenuto davanti ai cancelli di Accenture, in via La Malfa, a Palermo. Accanto a lei, gli altri lavoratori dei call center locali, colpiti dalla crisi. “In un momento di  grande sconforto, ha pensato di chiedere un aiuto spirituale al Papa per la situazione del settore. Lei ha un bambino piccolo e ha voluto rappresentare la disperazione delle altre migliaia di famiglie che perderanno i loro posti di lavoro – dichiara Rosalba Vella, della segreteria Slc Cgil di Palermo, anch'essa di Almaviva – Nel gruppo, il 65% dei lavoratori siamo donne. E ci sono tantissime coppie, mariti e mogli che lavorano tra Almavia e Accenture, entrambi vicini al disastro sociale per la crisi occupazionale che incombe su questo nostro lavoro di operatori di call center, che non è un'occupazione saltuaria, ma un lavoro come gli altri. Quella dei call center è la nuova industria: vogliamo essere considerati lavoratori a tutti gli effetti, con gli stessi diritti degli altri”.

Anche una delegazione palermitana dei lavoratori di Almaviva e Accenture parteciperà il 21 novembre alla 'Notte bianca' di Roma, per manifestare e chiedere regole certe per il settore. “Perché non viene applicato il 24 bis del decreto Sviluppo 2012, che prevede sanzioni pecuniarie da 10.000 euro al giorno per le aziende che non informano gli utenti che i loro dati sensibili, come carta di credito e Iban, vengono gestiti all’estero? – si chiede Vella –. Le  risorse ricavate da queste sanzioni potrebbero essere messe in circolo per creare occupazione. E si eviterebbe la fuga di tante aziende dall’Italia, che localizzano ormai all’estero i loro servizi ”.