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Proprio nei giorni in cui – archiviate le consultazioni nei luoghi di lavoro – la Cgil lancia la sua #SfidaXiDiritti, con le migliaia di banchetti allestiti in tutta Italia dove firmare la proposta di legge di iniziativa popolare “Carta dei diritti universali del lavoro” e i tre quesiti referendari, è importante riscoprire le motivazioni profonde e ripercorrere le tappe che portarono nel 1970 alla nascita dello Statuto dei lavoratori. È quello che ha fatto Ilaria Romeo, responsabile dell’Archivio storico della Cgil nazionale, con le sue “Pillole di storia”.
Dalle parole di Giuseppe Di Vittorio in occasione del congresso del sindacato dei chimici dell’ottobre 1952 alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Legge 20 maggio 1970, n. 300 (“Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e delle attività sindacali nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”), le “Pillole” raccontano le tappe fondamentali di avvicinamento al primo Statuto attraverso documenti e materiali d’archivio spesso inediti.
“Un tuffo nella memoria – ha scritto lo scorso 19 febbraio su Rassegna Bruno Ugolini – che serve a capire meglio i cambiamenti di oggi e il valore della nuova Carta dei diritti universali del lavoro. Un approdo necessario, più che mai urgente, e che dovrebbe, potrebbe, essere condiviso dalle altre organizzazioni sindacali e da quelle forze politiche che dichiarano di voler sostenere, rinnovandoli, i diritti di un mondo del lavoro oggi assai frammentato, ma non per questo da condannare a nuove, aspre diseguaglianze”. Un mondo del lavoro popolato, per usare le parole di Bruno Trentin, “di individui che nel sindacato attraverso un’esperienza solidale diventino persone coscienti, capaci di decidere e di ritrovare nei diritti degli altri il sostegno alla singola battaglia loro” (leggi).
LE PILLOLE:
Le origini
Gli anni cinquanta
Gli anni sessanta
Il Sessantotto
Lo Statuto diventa legge