Si è chiuso oggi alle 16 il referendum tra i 12 mila dipendenti della compagnia aerea Alitalia. A quanto si apprende, il no è in vantaggio e va verso la vittoria. Lo riferisce l'agenzia Ansa. A Linate l'intesa siglata tra sindacati e azienda, secondo fonti sindacali, è stata bocciata da 698 dipendenti, mentre a dire sono stati solo in 153, a cui si aggiungono 7 schede nulle. Percentuali simili anche da Maplensa, dove i contrari sono stati 278 contro i 39 favorevoli, le schede bianche sono state 2 e 2 le nulle. Sempre secondo le agenzie, il no sarebbe in vantaggio anche tra i lavoratori di Fiumicino.

Il personale - l'affluenza è stata pari a circa il 90% - è stato chiamato in questi giorni a pronunciarsi sul pre-accordo sottoscritto il 14 aprile scorso al ministero dello Sviluppo economico da azienda e sindacati. “Resto convinto che anche un insufficiente e precario verbale d’intesa sia preferibile al riconsegnare ogni atto o decisione agli azionisti”. Questa la posizione espressa nei giorni scorsi dal segretario nazionale della Filt Cgil Nino Cortorillo, che ha anche rimarcato come “in ogni caso con il referendum faremo nostro il volere dei lavoratori Alitalia”.

La crisi attuale, dice Cortorillo, che vedrà “un disavanzo di circa 600 milioni di euro su meno di 3 miliardi di fatturato nel 2016, è peggiore di quelle precedenti, in quanto alle porte di Alitalia non vi è alcun nuovo investitore, come non vi è nessuno che voglia prestare risorse e nessun investitore pubblico può rilevare imprese prossime alla liquidazione”. Per la Filt, dunque, è fondamentale “fermare la decisione degli azionisti di Alitalia (banche e Etihad) di esaurire la liquidità e non dare corso ad alcun aumento di capitale, anche con un verbale in alcune parti non frutto della nostra volontà”.

Il pre-accordo prevede 980 esuberi per il personale di terra a tempo indeterminato (la richiesta iniziale era di 1.338), il taglio delle retribuzioni dell'8 per cento (l’azienda aveva proposto il 30) e del numero dei riposi (da 120 a 108) per il personale navigante, l’applicazione ai nuovi assunti del contratto “cityliner” (meno oneroso). In caso di vittoria del , il primo passo sarà la riunione del cda della compagnia aerea, che dovrà varare la manovra di ricapitalizzazione di quasi due miliardi e la ratifica dell'intesa in sede ministeriale tra azienda e sindacati, incontro già convocato per giovedì 27. 

Ultimo aggiornamento 19.50