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La stima dei disoccupati a settembre diminuisce dell'1,1% (-35 mila). Il tasso di disoccupazione, pari all'11,8%, cala di 0,1 punti percentuali, proseguendo il calo di luglio (-0,5 punti) e agosto (-0,1 punti). Si tratta del minimo dal gennaio del 2013, rileva l'Istat. Sempre a settembre, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati) è pari al 40,5%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente.
Il calo della disoccupazione nell'ultimo mese è "determinato prevalentemente dalle donne", osserva l'istituto di statistica. In un mese ci sono 32mila disoccupate in meno a fronte di 3mila uomini disoccupati in meno. Il tasso di disoccupazione maschile dunque resta stabile all'11,3%, mentre quello femminile, pari al 12,5% (cala di 0,2 punti percentuali). Nei 12 mesi per il tasso maschile c'è una flessione di 0,6 punti e per quello femminile di 1,5 punti.
"La notizia è che il mercato del lavoro è ancora instabile: calano gli occupati, le nuove assunzioni restano prevalentemente a scadenza, crescono gli inattivi, e a fronte di una diminuzione complessiva della disoccupazione aumenta il ricorso agli ammortizzatori sociali. Insomma, più che una macchina da corsa il Jobs Act si conferma un'ultilitaria che ha bisogno di molta manutenzione". Così Serena Sorrentino, segretaria confederale della Cgil, commenta i dati provvisori dell'Istat sugli occupati e disoccupati di settembre.
"Innanzitutto - spiega più nel dettaglio Sorrentino - il calo del tasso di disoccupazione è un dato che deve essere messo in relazione a quelli sul ricorso agli ammortizzatori sociali: se la disoccupazione a settembre scende di 0,1 punti percentuali su agosto, nello stesso mese la cassa integrazione ha registrato un +54%, non proprio una partenza in quinta. Altra nota dolente, gli inattivi sono 53 mila in più rispetto ad agosto, con un incremento maggiore per le donne, che restano le più penalizzate".
"Dalle elaborazioni provvisorie dell'Istat - continua la segretaria confederale Cgil - emerge poi che gli occupati diminuiscono di 36 mila unità sul mese, un calo che riguarda sia i dipendenti che gli indipendenti e che coinvolge tutte le tipologie contrattuali, con un crollo più marcato dei tempi indeterminati. E se mettiamo da parte annunci trionfalistici, vediamo che le nuove assunzioni sono per il 70% a termine".
"Insomma, di notizie eclatanti che permettano di dire 'è la volta buona', non ne vediamo. Il Jobs Act - conclude Sorrentino - non è una macchina da corsa ma un'utilitaria, che ha bisogno di molta e accurata manutenzione, per questo il governo dovrebbe cambiare il meccanismo di incentivi previsto dalla legge di stabilità legandolo all'occupazione aggiuntiva stabile e all'innovazione invece di elargire soldi a pioggia alle imprese".