Roma, 17 aprile 1944. Ore 5.30. Armando esce di casa per andare a lavorare. Ha 15 anni e abita al Quadraro, quartiere nella periferia sud-est della Capitale. Da qualche settimana è impiegato nel ripristino dei binari alla stazione Ostiense, devastati dai bombardamenti alleati. Per il suo lavoro ha anche ottenuto dal comando tedesco il cosiddetto “Ausweis”, un lasciapassare che gli permette di compiere il tragitto anche durante il coprifuoco.

All’alba di quella mattina, come faceva in quei giorni, gira l’angolo di casa per dirigersi alla fermata del tram di Porta Furba. Non ha nemmeno finito di percorrere via Cosimo Ridolfi che sente una voce: “’Ndo vai Arma’?!?”  A parlare è il nonno, Sante Emiliani (1860-1949), che lo avvisa del rastrellamento in corso e gli intima di andare a svegliare tutti e di andare a nascondersi in una delle cave di pozzolana che caratterizzano la zona. 

La mattina del 17 aprile 1944, grazie all’intuizione del nonno, Armando salva 35 persone dalla deportazione in Germania, dai campi di lavoro coatto e da una prigionia che per alcuni durerà più di due anni. È la storia di un eroe per caso, rimasta quasi sconosciuta fino a 80 anni dal rastrellamento.

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Sabato 20 aprile, ore 18.30
Presentazione del video con Armando D’Anselmo
presso EMI Social Lab – Via Emilio Lepido 40/A, Roma

Lunedì 22 aprile, ore 17.00
presso Associazione culturale Enrico Berlinguer
viale Opita Oppio, 25, Roma