Il cinema non può continuare a essere un mestiere solo per chi è ricco, ha le spalle coperte o viene da una famiglia di cineasti. Eppure in Italia troppo spesso accade così. Perché, come racconta Giulio Rizzo, giovane sceneggiatore, la gavetta è lunga e comporta progetti che spesso restano solo sulla carta. “Fai le notti a scrivere, e poi magari il progetto non viene realizzato, oppure succede dopo anni e anni. E tu resti invisibile”.
Giuseppe Rizzo andrà a votare sì “per chiedere di più al mercato del lavoro e maggiore tutela”. Ma soprattutto perché i giovani restano troppo spesso “invischiati in logiche precarie, a scontrarsi tra loro”. Una guerra tra poveri, in cui alla fine perdono tutti.