Sta succedendo di tutto in queste ultime ore di campagna. Segno che i referendum sono al centro del dibattito. E l’ondata di piena guidata dalle dichiarazioni di voto, pardon, di non voto, di La Russa, Salvini e Meloni, sdogana di tutto, trascinando a valle il solito bolo di fango e detriti.

Il campionario è lo stesso ovunque, con qualche picco di fantasia. Potremmo bollarlo come colorito se non fosse fondamentalmente nero con sfumature nere, uniforme, insomma. “Vai a votare? Ti vedo”, è l’ultima trovata, una minaccia social accompagnata dall’immagine di un cecchino e pubblicata da un utente che nell’immagine del profilo riporta il logo di Fratelli d’Italia. È solo uno dei migliaia di messaggi carichi d’odio che, in questi mesi di campagna, il sindacato si è ritrovato sotto ai post. Lo ha denunciato in queste ore la Cgil Roma Lazio, definendo inquietante la minaccia “rivolta a chi, l’8 e il 9 giugno, si recherà alle urne, indipendentemente dalla scelta di voto. Un episodio che abbiamo prontamente segnalato al Questore di Roma durante l’incontro dedicato al clima crescente di tensione e intimidazione che accompagna l’avvicinarsi dei referendum. Tutto questo è inaccettabile”.

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Una escalation partita dai manifesti strappati o imbrattati con svastiche e croci celtiche, proseguita con le offese sui social, arrivata, nell’ultima settimana, agli insulti sullo striscione affisso davanti alla sede di Via Buonarroti e finita – ce lo auguriamo – con le minacce dirette. “Chi ricopre ruoli istituzionali non può continuare a delegittimare il diritto al voto né a minare la partecipazione alla vita democratica. Ci aspettiamo una condanna netta da parte di tutte le forze politiche e sociali. Le istituzioni devono garantire che ogni cittadina e cittadino possa esercitare il proprio diritto di voto in serenità. Non accetteremo mai che in questo Paese il voto – la massima espressione della partecipazione democratica – si svolga sotto minaccia. A chi coltiva questa idea distorta della democrazia, vogliamo dare una risposta chiara: l’8 e il 9 giugno saremo in tanti ad andare a votare”, scrive la Cgil capitolina in una nota, invitando tutti a partecipare questa sera alla chiusura della campagna in piazza Testaccio dalle 17:30, dove parlerà Maurizio Landini.

Ma le denunce sono arrivate da molte parti d’Italia negli ultimi giorni. Da Firenze, dove alcuni manifesti della sono stati strappati o coperti da manifesti di Casaggì, sedicente destra sociale, identitaria e nazionale, estrema destra insomma. “Italiani per destino”, il messaggio consegnato alle stampe per oscurare i “5 sì al referendum”. “Abbiamo ricevuto alcune segnalazioni e testimonianze in tal senso”, spiega Bernardo Marasco, segretario generale della Cgil fiorentina. “Siamo di fronte a un atto grave e per di più contraddistinto da una bella dose di vigliaccheria, come da tradizione a quelle latitudini, è un attacco a chi vuole una Italia aperta e accogliente da parte di chi ha una idea chiusa e discriminatoria – aggiunge Marasco –. Poi, nemmeno il coraggio di metterci la faccia e fare la propria campagna per votare no, preferiscono solo silenziare la voce degli altri sovrapponendo i loro manifesti a quelli legittimante assegnati. Ecco una ragione in più per andare a votare: opporsi a questa deriva pericolosa che disprezza la democrazia e la convivenza civile, deriva che va avanti strisciando nel nostro Paese”.

A Brescia parlano invece di “vile e illegale gesto”, compiuto in piena notte, manco a dirlo, in diversi punti della città: manifesti regolarmente affissi negli spazi elettorali autorizzati per il referendum sono stati strappati e deliberatamente coperti con manifesti abusivi, contenenti messaggi falsi, fuorvianti e di stampo razzista. “Un atto codardo e inaccettabile, che rappresenta un attacco diretto alla libera espressione democratica e alla corretta informazione dei cittadini. Comportamenti del genere minano il confronto civile e violano le regole basilari della convivenza democratica, oltre a infrangere le normative vigenti in materia di propaganda elettorale”, scrive la Cgil provinciale. “Evidentemente c'è chi ha paura dell’esito del voto. Noi non ci facciamo intimidire in alcun modo”, è anche qui il messaggio che passa.

E oggi in molte città le feste di chiusura della campagna

A Bolzano in Piazza Municipio il flash mob con cui si è chiusa poco fa la campagna referendaria

Oggi, 6 giugno, si chiude. L’ultimo giorno di campagna per tutti, prima del silenzio elettorale, è il giorno della festa in cui si smaltiranno le ultime scorte di volantini, spille, gadget e si pronunceranno gli ultimi discorsi dal palco. Succede a Roma, in piazza Testaccio, alle 17:30 con Maurizio Landini, reduce da un tour elettorale che ha toccato decine di città in ogni regione. Succede a Venezia alle ore 18:00 in Campo Santa Margherita. A Bologna appuntamento alle 18:30 in Piazza XX Settembre. A Potenza in Piazza Duca della Verdura alle ore 17:00. A Brescia in Piazza Mercato alle ore 20:30.