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I lavoratori del porto di Ravenna hanno scoperto un passaggio illegale di armi verso Israele, bloccato poi dall’amministrazione locale. "Le iniziative nei porti stanno facendo quanto il Governo non riesce a fare", afferma la Filt Cgil nazionale sottolineando che "la mobilitazione dei lavoratori portuali di Ravenna ha impedito l'imbarco di due container, contenenti materiale esplosivo di tipo bellico con destinazione Haifa in Israele".
Il governo, dal canto suo, non solo non interviene, ma scarica ogni responsabilità attraverso le parole del ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Non abbiamo inviato armi italiane in Israele", ha affermato, aggiungendo: "Non serve autorizzazione per nulla che parta dai porti, quindi io non so nulla di cosa è successo perché non sono armi italiane e munizioni italiane".
"L'iniziativa di Ravenna - si legge nel comunicato della Federazione dei trasporti della Cgil – è frutto della sensibilità dei singoli lavoratori del porto, tra questi molti nostri delegati che ringraziamo. È anche il segnale di una sensibilità crescente contro il transito di armamenti verso Paesi che, come nel caso di Israele, violano i diritti umani e di fatto".
"La protesta dei portuali - conclude la Filt - va avanti a partire dallo sciopero indetto nell'ambito della mobilitazione della Cgil per Gaza".