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I lavoratori delle Commissioni asilo prendono posizione su Gaza. Il 16 settembre l’esercito israeliano ha avviato operazioni militari all’interno di Gaza City, provocando centinaia di vittime e lo sfollamento di oltre 400mila civili. Un atto definito dai lavoratori delle Commissioni Territoriali per la protezione internazionale e della Commissione Nazionale per il diritto d’asilo come “il culmine di una carneficina in corso da oltre due anni”.
In una nota diffusa dalla Funzione Pubblica Cgil, dipendenti e funzionari delle commissioni hanno spiegato di sentire il dovere di prendere posizione: sia come cittadini, di fronte a una tragedia che “rimanere inerti equivale ad essere complici”, sia in ragione del proprio ruolo, che li porta a decidere sulle richieste di chi fugge da persecuzioni e conflitti.
“Fine immediata dell’occupazione e riconoscimento dello Stato palestinese”
I lavoratori dichiarano: “Ci uniamo alle rappresentanze della società civile di tutto il mondo per chiedere la fine immediata dell’occupazione militare e il pieno riconoscimento dello Stato palestinese. Non possiamo in alcun modo condividere le ambiguità e gli equilibrismi del governo italiano, che così facendo sacrifica i principi fondanti del diritto internazionale”.
La nota richiama la responsabilità morale derivante dall’esperienza quotidiana con rifugiati e richiedenti asilo: “In quanto lavoratori quotidianamente a contatto con persone provenienti da scenari di conflitto e vittime di persecuzione, avvertiamo il dovere morale di chiedere di riporre al centro delle scelte politiche di questo Paese i principi costituzionali del ripudio della guerra e della legittimazione del ruolo delle organizzazioni internazionali per il mantenimento della pace”.
“Stop alla fornitura di armi e difesa del diritto di asilo”
I lavoratori delle commissioni ribadiscono che la cessazione di ogni fornitura di armi a Israele è un passaggio imprescindibile, richiamandosi alla Convenzione per la prevenzione e la repressione del genocidio del 1948.
“Ci impegniamo a difendere ed assicurare che in Italia non sia calpestato il diritto di asilo per i cittadini palestinesi e auspichiamo che non siano rifugiati per sempre. Per questo chiediamo che il Governo italiano si ponga dalla parte giusta della storia riconoscendo e difendendo lo Stato di Palestina”, affermano i lavoratori.
La nota si chiude con una promessa di impegno diretto: “Sul rispetto dei diritti di tutte le persone coinvolte nella procedura di asilo siamo pronti ad intraprendere ogni iniziativa necessaria”.