I dati Istat sul Prodotto interno italiano e le parole di Mario Draghi sulla ripresa la fanno da padrone sulle prime pagine dei giornali di oggi. Il Sole4Ore apre con: “Pil oltre le attese, recessione superata”; il Corriere della sera sceglie: “L'Italia ha voglia di ripartire”; mentre la Repubblica punta su: “Draghi: la ripresa c'è non possiamo più sbagliare”. Il Messaggero opta invece per “Segnali di ripresa per pil e lavoro. ma i giovani preferiscono il Reddito di cittadinanza”; la Stampa apre con: ”Draghi, appello ai sindacati 'Ognuno faccia la sua parte'”. Il Fatto quotidiano e il Manifesto scelgono invece la battaglia interna al Movimento 5 stelle. Il primo con: “Casaleggio sconfitto. Conte: ora si parte”, il secondo con: “La Rivoluzione non Rousseau”.

Interviste
Sul Corriere della Sera, a pagina 17 Irene Soave intervista la scrittrice polacca Premio Nobel Olga Tokarczuk. “In Polonia quattro mesi fa una legge ha proibito l'aborto – si legge - , e le proteste non si sono sopite. No, ma sono state molto indebolite dalle restrizioni anti-Covid. La legge è barbara. Ma chi nonostante i divieti ha continuato a protestare è perseguitato. Il virus ha aiutato il governo e continua a farlo. La Bielorussia è l'esempio che nella nuova situazione pandemica mondiale i regimi si sentono più sicuri: una società che ha paura si sottomette più facilmente a ordini e divieti. Il lockdown cancella le proteste per le strade e smembra il tessuto sociale. Non solo in Bielorussia, ma anche in Russia, in Asia, a Hong Kong, molte proteste popolari in questi mesi sono state represse. È possibile che gli autoritarismi stiano avendo la meglio? È una preoccupazione che condivido. Anche in Polonia vedo scoraggiarsi le persone che la pensano diversamente dal partito di governo. L'illusione del benessere, poi, almeno da noi, fa sì che la libertà sembri una merce esclusiva senza la quale si può comunque vivere. E successo già molte volte nella storia della Polonia e del mondo”.

Sul Messaggero, a pagina 5, appare poi un'intervista alla ministra Elena Bonetti a firma di Cristiana Mangani. “Ministra, fino a che punto è stato tradito il pensiero delle madri costituenti? - sui legge - Lo abbiamo tradito nelle ferite di ogni donna che non ha potuto esprimere davvero se stessa. Delle donne picchiate, uccise, discriminate in questi atti sono tradite non solo le madri costituenti ma la nostra scelta della Costituzione. Dobbiamo riconoscere al presidente Mattarella di avere acceso il faro di ispirazione e di indirizzo del cammino di tutto il paese, anche in questo momento di ripartenza. Oggi questa parità di genere non è pienamente compiuta ma è un divenire. Quali i maggiori ostacoli? Penso siano stati le disuguaglianze e le ingiustizie sociali, l'imposizione di fatto della scelta tra maternità e lavoro, gli interessi di parte e anche una visione troppe volte miope nel mondo dell'economia e del lavoro”.

A pagina 10 della Stampa c'è invece un'intervista sull'ex Ilva al sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, che dice: “Sappiamo bene che su questo territorio ci sono stati degli abusi. Bisognava voltare pagina, serviva che lo Stato, per mezzo della magistratura, riconoscesse le sofferenze di questo territorio. Soprattutto dal 2012 in poi, abbiamo avuto ministri della Repubblica che dicevano che in questa città ci ammalavamo e morivamo di più a causa di un consumo smodato di merendine o sigarette. Oppure perché quello che rilevavano i nostri studi statistici non era ben articolato. La sentenza ha certificato che il disagio della popolazione era reale. Questo è il metro con cui il governo si deve confrontare, anche sull'utilizzo dei fondi del Recovery per la transizione dell'ex Ilva e dell'intero sistema industriale italiano. Lo stabilimento siderurgico, allo stato attuale, è compatibile con la vita dei tarantini? Assolutamente no. Lo abbiamo già rappresentato con l'ordinanza sindacale dell'anno scorso sull'areaacaldo. Bisognaavviare una transizione, costosa, con altre tecnologie. Finché il governo non convoca la comunità, tutte le parti interessate, e non solo isindacati come ha fatto fino ad ora, questa trasformazione non partirà mai e l'acciaieria si fermerà da sola per l'obsolescenza dei suoi impianti e per le condizioni di mercato”.

Sul Manifesto, infine, a pagina 6 appare un'intervista a Riccardo Noury di Amnesty international, a firma di Eleonora Martini. Si legge: “II caso Zaki è inserito nel programma di 'trial monitoring' dell'Ue. A cosa serve? Nelle intenzioni dovrebbe mandare alla giustizia egiziana il segnale che queste udienze sono oggetto di preoccupazione internazionale. Il punto è che per 16 mesi ci si è limitati a questo: ad inviare a turno uno o più rappresentanti delle ambasciate europee, a volte anche degli Usa e del Canada, ad aspettare che rientrino in ambasciata - sempre che riescano ad assistere al processo -, prendere atto della decisione del giudice e attendere l'udienza successiva che si svolgerà un mese e mezzo dopo. In questo modo non si arriverà a nulla, e anzi si dà una parvenza di legittimità a tutta questa procedura che è completamente irregolare. L'Italia non sta agendo come dovrebbe? No, se l'Italia non eserciterà pressioni serie, nessuna autorità egiziana ordinerà mai di aprire la porta della cella di Patrick Al governo glielo abbiamo chiesto noi e glielo ha chiesto il parlamento, il 14 aprile scorso. Ma nulla si è mosso, al di là di qualche dichiarazione di circostanza”.

Commenti e opinioni
A pagina 3 del Sole24Ore Dino Pesole scrive: “Occorre trasformare il 'rimbalzo' congiunturale - in parte atteso dopo il profondo rosso del 2020 (-8,9%) - in crescita strutturale, sostenuta da quella che il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco definisce la 'formidabile sfida' del Recovery Plan. In termini puramente numerici, se nel primo trimestre dei 2021, pur in presenza di provvedimenti restrittivi e chiusure in parte compensate dai ristori, il pesante 'trascinamento' del 2020 è stato attutito, ora che il motore si è rimesso in moto è lecito prevedere un maggior sostegno alla ripresa a partire dalla seconda metà dell'anno. Industria e agricoltura mostrano segnali chiari di tenuta, emerge una sorta di "spinta collettiva" alla ripartenza e anche il calo dei servizi pare contenuto. Al momento, la crescita acquisita (qualora nei trimestri successivi si registrasse un incremento nullo) sarebbe del 2,6%. In realtà, l'interagire di diversi fattori, dalle riaperture all'avvio della stagione turistica, all'andamento della campagna vaccinale (che da domani vedrà le prenotazioni estese a tutti, senza limiti di età) ai primi provvedimenti del Recovery Plan consente di elevare l'asticella.”

Sulla Repubblica, a pagina 7 , anche Gianluca Di Feo si occupa di Recovery: “Quella di ieri potrebbe diventare una giornata storica: è entrata in funzione la procura europea, il primo organismo indipendente dell'Unione incaricato di indagare, perseguire e portare in giudizio i reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione. Un'entità sovranazionale che segna un passo avanti decisivo verso la costruzione di una vera federazione europea, perché comincia a superare le gelosie degli Stati in una materia delicatissima come la Giustizia. Soprattutto in questo momento. La nuova istituzione infatti sarà arbitro delle risorse più grandi della storia recente: l'intero Recovery Plan. Di fatto, ha i poteri di una Super-Procura che in Italia indagherà sui 209 miliardi vitali per la rinascita occupandosi di corruzione, frodi, riciclaggio e evasione fiscale internazionale. Dell'Eppo, acronimo inglese per ufficio del procuratore pubblico europeo, quindi sentiremo parlare spesso. Il capo è Laura Codruta Kövesi, magistrata romena di 48 anni con fama di dura e pura che alla guida dell'anticorruzione di Bucarest è stata protagonista di inchieste clamorose”.

Il fondo della Stampa è invece affidato a Giovanni De Luna, che sulla Festa della Repubblica scrive: “Tre furono le ragioni alla base di quel miracolo. Procedendo dal basso verso l'alto, anzitutto la molla che la Resistenza aveva fatto scattare nelle coscienze dei singoli, la voglia di rimboccarsi le maniche, di riappropriarsi della propria sovranità individuale; dopo venti anni di conformismo e di obbedienza, ci si abbandonò all'impeto di una scommessa da vincere per il futuro di sé stessi e dei propri figli. Poi, l'esercizio di una leadership efficace e consapevole da parte della classe politica, affollata allora da uomini come De Gasperi e Togliatti, Einaudi e La Malfa, Nenni e Calamandrei, e legittimatasi nella capacità di gestire prima il conflitto armato contro i tedeschi e i fascisti, poi il vittorioso confronto con la concretezza dei bisogni di un Paese distrutto. Infine nella grande speranza alimentata dalla democrazia: la libertà individuale, l'uguaglianza di fronte alla legge e la rappresentanza politica furono i principi che allora infiammarono i cuori di tutti i popoli usciti stremati dalla guerra. Alla democrazia si guardò non come a una forma di governo, una tecnica per la gestione del potere, ma come al compendio di tutte le virtù civili che avrebbero dovuto impedire il ritorno dei mostri della dittatura e del totalitarismo”.

Anche il fondo di Domani è incentrato sul 2 giugno, ed è affidato a Nadia Urbinati. “I costituenti furono come i redattori di un manoscritto non loro- si legge -: lavorarono sulla forma, non sulla sostanza. Gli autori erano i cittadini e le cittadine, che avevano scelto sia la forma repubblicana sia i redattori che dovevano tradurla in articoli comprensibili a tutti. Partire dal potere popolare costituente non fu una scelta scontata. Non tutte le forze politiche erano favorevoli ad affidare a un referendum la decisione sulla forma istituzionale. Non lo era Alcide De Gasperi, che ottenne dall'assemblea della Dc di lasciare libertà di coscienza agli elettori cattolici su monarchia o repubblica. Non lo erano autorevoli giuristi come Santi Romano. Ma il presidente della Consulta, Vittorio Emanuele Orlando, difese la scelta del referendum (modificando la sua stessa posizione) come condizione per scongiurare lo strapotere dell'assemblea eletta. E il 2 giugno la sovranità dimostrò di appartenere al popolo”.

Lavoro, welfare, sindacato
Sul Sole24Ore , a pagina 3 Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci analizzano i dati Istat sull'occupazione: “Per il terzo mese consecutivo le graduali riaperture stanno avendo effetti sul mercato del lavoro: ad aprile l'occupazione ha fatto un altro piccolo passo avanti. Rispetto a marzo ci sono 7omila occupati in più, ma sono tutti rapporti a termine. Da inizio anno l'Istat ha registrato un incremento di 123mila occupati, quasi tutti con contratti a termine, che stanno accompagnando - seppur frenati dai tanti vincoli normativi-, questa fase di ripresa economica. Il miglioramento non riesce tuttavia a compensare il forte calo dell'occupazione registrato da inizio pandemia: da febbraio 2020 ad aprile 2021 sono andati in fumo ben 81 mila posizioni lavorative, e il tasso di occupazione è più basso di quasi due punti percentuali”.

A pagina 20 della Repubblica Marco Patucchi si occupa di cig all'ex Ilva: “Nuova cassa integrazione, scontri politici, sindacati in fibrillazione, futuro indecifrabile. Il day af ter della 'madre di tutte le sentenze' restituisce l'Ilva allo scenario di sempre. Fatta eccezione, ovviamente, per la commossa soddisfazione di chi combatte da anni per il diritto alla salute dei tarantini e per onorare chi non c'è più. Un clima di sospensione in attesa dell'altro passaggio esiziale sul fronte giudiziario: la sentenza del Consiglio di Stato che nel giro di pochi giorni potrebbe spegnere definitivamente gli altiforni di Taranto, anche se formalmente l'eventuale stop resterebbe nelle mani del sindaco, Rinaldo Melucci. In caso di conferma della legittimità dell'ordinanza adottata oltre un anno fa, infatti, il primo cittadino potrebbe anche ritirarla a fronte di un eventuale, sopravvenuto miglioramento dell'impatto ambientale della fabbrica”.

Sulla Stampa a pagina 8 Alessandro Barbera torna a parlare del braccio di ferro tra governo e sindacati sui licenziamenti: “Il premier chiede l'Italia unita dalla voglia di risollevarsi – si legge - . Ringrazia partiti, sindacati, associazioni d'impresa per aver contribuito all'accordo sul decreto semplificazioni. È una risposta anche al leader della Cgil Maurizio Landini, che chiede di essere coinvolto di più nelle scelte di politica economica. Agli occhi di Draghi il coinvolgimento c'è stato eccome, e il conflitto sociale rischia di essere solo un ostacolo alla ripresa. Draghi è a Fiorano perché a Fiorano la crisi non è mai davvero arrivata, se non nei giorni bui della pandemia. Tra il 2010 e il 20191a crescita emiliana è stata del 6,9 per cento contro una media nazionale dello 0,8. Gli investimenti toccano il dieci percento del fatturato, in un Paese in cui le imprese di solito non spendono più del tre. I risultati — lo ricorda Draghi stesso — si vedono: la produzione italiana di ceramica è esportata per l'85 per cento, vale 4,5 miliardi l'anno e un terzo del commercio dell'intero comparto mondiale”.

Il Manifesto a pagina 4 si occupa infine di sciopero trasporti : “Alta adesione, in media dell'80% con punte in alcune grandi città del 100%. Lo riferiscono Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Faisa Cisal sullo sciopero di 24 ore di autoferrotranvieri e internavigatori del trasporto pubblico locale. Presidi in tutte le città, a Roma davanti al ministero dove una delegazione è stata ricevuta dal capo di gabinetto del ministro Giovannini: 'Abbiamo chiesto al ministero di avviare un tavolo tra parti datoriali e sindacali per trovare una soluzione della vertenza per il rinnovo del contratto scaduto da oltre tre anni. II Ministero si è impegnato a convocare le parti. Senza concrete risposte - sostengono infine Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna - la protesta proseguirà con maggiore forza e convinzione”.

Collettiva oggi apre con il video messaggio del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini sul 2 giugno: "Spesso oggi l'Italia sembra fondata sullo sfruttamento. C'è bisogno della lotta democratica e del sostegno di tutti per applicare davvero i principi della Costituzione."

Il calendario delle iniziative
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.