Sono 11 i morti sul lavoro in poco più di un giorno, annunciati provvedimenti per la prossima settimana. I conti vanno bene e il Paese ha fiducia, occorre proseguire per la crescita: questo il messaggio di Draghi presentando la NaDef (Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza) . Nel frattempo i ragazzi e le ragazze del mondo gridano: "non vi distraete non c’è più tempo". Con loro economisti autorevoli che sostengono occorra fare di più e più in fretta. E poi i vaccini, quelli che servono ai continenti poveri per salvare il mondo intero dalla pandemia e che non arrivano per egoismo e voglia di profitto.

Prime pagine

Protagonista delle aperture di questa mattina la Nota di aggiornamento al Def. Scrive Il Sole 24 Ore: “Manovra, 22 miliardi per la crescita. Draghi: Ora c’è fiducia nell’Italia”. E il Corriere della Sera afferma: “Torna la fiducia nell’Italia”. Nel sommario: “Il premier: merito anche dei vaccini. Sul lavoro è strage, servono pene immediate”.

Per La Repubblica: “Draghi: crescita solida avanti con le riforme”, e nel sommario: “Aumenta la fiducia nell’Italia. Sì alla revisione del catasto ma nessuno pagherà tasse in più”. Netto il titolo de Il Messaggero: “Meno tasse per il ceto medio”, mentre La Stampa mette in risalto la premessa dell’intervento di Draghi nella conferenza stampa di illustrazione della Nadef: “Basta morti sul lavoro. Subito pene più severe”. Fuori dal coro Il Fatto Quotidiano: “Il Gay Pride della Lega per la festa a Salvini” e Il Manifesto che su foto-notizia di Salvini titola: “Scaroccio”.

Le interviste

Due sono i temi al centro delle conversazioni pubblicate questa mattina dai quotidiani: lo scandalo Morisi, su più giornali parla uno dei ragazzi che accusa l’ex comunicatore della Lega; e l’ambiente e l’emergenza climatica.

A pagina 2 de La Repubblica Giacomo Talignani intervista Vanessa Nakate, l’attivista ugandese che si batte per il clima: "Io ci spero, la terra può salvarsi, ma a scuola si insegni la giustizia climatica”. La giovane donna da anni lotta per affermare che non c’è più tempo per salvare la terra: “In Uganda a causa dell’innalzamento delle temperature sta cambiando il clima, significa più piogge estreme, più siccità estrema. Questo impatta sulle terre, sull’agricoltura da cui dipendiamo, sull’economia e sul turismo. Impatta sulle persone: sulle loro case, sul lavoro, sulle coltivazioni. Abbiamo bisogno di tutti per continuare la battaglia, di persone che si impegnino a cambiare le cose, a spingere per risolvere i problemi, per decarbonizzare. Dobbiamo tutti camminare insieme e riconnetterci con questo mondo per aiutarlo, trasformarlo e renderlo un posto migliore per tutti noi”.

A pagina 23 de La Stampa commenta Jeffrey Sachs, economista direttore del Center for Sustainable Development della Columbia University: “Per il clima le cose da fare sono chiare: basta carbone, basta con i progetti per il petrolio e gas, basta con le estrazioni. Ovunque ci sia produzione di carbone e di gas, lì ci sono ritardi. Tutti gli investimenti devono essere sulle rinnovabili. L’Europa sta facendo più di tutti”.

Su Domani, a pag. 9, interviene Carola Rachete che afferma: “Serve un movimento più verde radicale dei Fridays. Non può esistere una crescita verde”.

Infine da segnalare a pag. 2 del Corriere della Sera, John Nkengasong, virologo e direttore dei Centri Africani per il controllo e la prevenzione delle malattie che dichiara: “Sono stupito dalla mancanza di comprensione nel Nord del mondo. Il solo modo di uscire rapidamente dalla crisi del Covid-19 è una solidarietà forte che sostenga la cooperazione internazionale. Altrimenti non ce la faremo. Si creerà sempre un altro problema. Oggi ci preoccupiamo della variante Delta, ma domani non sappiamo quali altre varianti potranno diffondersi. Dunque è nell’interesse dell’umanità assicurarsi che tutto il mondo sia vaccinato. Oggi il totale delle vaccinazioni in Africa è attorno al 4%, su una popolazione di circa 1,2 miliardi di persone”. E riflettendo sui vaccini, Nkengasong afferma: “Bisognerebbe lavorare insieme e trovare soluzioni a medio e lungo termine, compresa la revoca o la sospensione dei brevetti, per produrre i vaccini nei paesi non sviluppati. È possibile e auspicabile, è solo questione di volontà”.

Editoriali e commenti

Scrive Daniele Manca a pag. 32 del Corriere della Sera: “Le parole del presidente Sergio Mattarella e del presidente del Consiglio Mario Draghi si sono inseguite ieri. Ma in entrambi i casi il messaggio è stato univoco: l’Italia, l’economia, sta andando bene, meglio del previsto. Parole che si sono concretizzate nelle cifre illustrate dal premier e dal ministro dell’Economia Daniele Franco. Numeri relativi alla nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NaDef) e che mostrano, come ha detto Draghi, rispetto al Def di primavera un quadro migliore. Crescita più alta, deficit in calo in confronto a quello del 2020. Debito pubblico in lieve discesa: è la prima conferma quantitativa, ha tenuto a sottolineare Draghi, che da un elevato indebitamento si esce prima di tutto con lo sviluppo.

Se questo è il quadro, è stato reso una volta di più chiaro dal premier che lo scopo del governo, pena la sua decadenza, è di essere efficace. Una sottolineatura di non poco conto. Indirizzata sicuramente ai cittadini, a famiglie e imprese. Ma soprattutto a una politica distratta dal voto di questo weekend. Una politica in cerca di identità e per questo a volte preda di slogan più che di reali obiettivi. Cosa che non può e non deve essere scaricata sull’azione dell’esecutivo. L’annuncio della convocazione per la prossima settimana della cabina di regia sul Piano nazionale di resilienza e rilancio non appaia casuale. Nella cabina di regia si possono combinare concretamente i diversi ambiti e le diverse anime della maggioranza. Draghi ha voluto così ricordare all’inizio del suo discorso i morti sul lavoro di questi giorni. E le risposte che dovranno essere date dal governo in tempi rapidi. Risposte figlie di un metodo e di una coesione tra i ministri che il premier ha voluto più volte sottolineare".

Sullo stesso argomento anche Carlo Cottarelli a pag. 28 de La Repubblica: “La prima novità, anche se i dati pubblicati negli ultimi mesi andavano chiaramente in questa direzione, è che la ripresa post Covid sta procedendo più rapidamente di quanto il governo aveva previsto in aprile. (...) La seconda novità riguarda i conti pubblici: nel 2021 sono andati meglio del previsto. Il deficit che doveva raggiungere l'11,8 per cento del Pil sarà "solo" del 9,4 per cento. Questo per due motivi: primo, il Pil nominale (anche per la maggiore inflazione) è stato più alto del previsto il che ha sostenuto le entrate dello Stato; secondo, c'è stato meno tiraggio del previsto per le misure di sostegno dell'economia, presumibilmente perché la crescita è stata più rapida. Con un deficit più basso e un Pil più alto, il rapporto tra debito pubblico e Pil, che era previsto sfiorare il 160 per cento del Pil (battendo il record raggiunto dopo la prima guerra mondiale) si fermerà al 153,5 per cento. Un'ottima notizia. Naturalmente il lento sentiero di rientro per i nostri conti pubblici non sarà un problema se la Bce continuerà a finanziarci in modo massiccio come ha fatto da marzo 2020, se i tassi di interesse mondiali resteranno bassi e se le regole europee sui conti pubblici saranno riattivate solo gradualmente a partire dal 2023. Dopo tutto, tutte organizzazioni internazionali ammoniscono di non togliere sostegno all'economia prematuramente, per evitare i problemi insorti nel 2010. Speriamo abbiano ragione”.

Alessandro De Nicola, dalle colonne de La Stampa (pag. 19) sostiene che serva una svolta per la concorrenza e conclude il suo pezzo sostenendo che per quanto riguarda l’energia: "un pronto intervento sulle dinamiche concorrenziali è sempre più necessario per abbassare i prezzi. Non c’è che l’imbarazzo della scelta: l’aggregazione di soggetti che immettono o ritirano energia dalla rete per stimolare la competizione con gli operatori tradizionali; l’accelerazione delle gare per la distribuzione del gas naturale nonché la realizzazione del mercato libero della vendita di energia. Si sa bene cosa fare, basta attivarsi”.

Economia lavoro e sindacato

Anche in questo caso sono due, fondamentalmente, i temi che occupano le pagine dei quotidiani: la strage sul lavoro e la NaDef approvata dal Consiglio dei ministri.

Titola il Corriere della Sera: “Sul lavoro è strage, servono pene immediate. Caduti in cantiere, travolti in strada. Altre quattro vittime sul lavoro”. In realtà solo ieri le vittime sono state 5. Analoga titolazione su La Repubblica, La Stampa, Il Messaggero.

“In un giorno e mezzo almeno dieci morti sul lavoro. Una vera mattanza che alza la media giornaliera dei tre decessi dall’inizio dell’anno, certificati dall’Inail, in costante aumento rispetto all’anno scorso”. Lo scrive Massimo Franchi a pag. 4 de Il Manifesto, e aggiunge. “Anche il premier Mario Draghi è rimasto colpito dalla mattanza di martedì e ha iniziato la sua conferenza stampa di ieri leggendo nome, cognome ed età delle vittime ed esprimendo 'il più sentito cordoglio' suo e del governo. 'La questione delle morti sul lavoro assume sempre più i contorni di una strage che funesta l’ambiente economico e psicologico del paese', annunciando 'pene più severe e immediate e collaborazione all’interno dell’azienda per individuare precocemente le debolezze in tema di sicurezza lavoro'.

Dopo le misure annunciate lunedì nell’incontro fra governo e sindacati – banca dati unica, semplificazioni per le assunzioni di 2.700 ispettori con 800 che entreranno in funzione entro il 2021 – ieri il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha ribadito la volontà di accelerare: 'Introdurremo norme, credo già la prossima settimana. Norme che individuino sanzioni più tempestive per imprese che non rispettano le regole, che facilitino la possibilità di raccogliere i dati di chi compie violazioni. Poi potenziamento delle strutture di controllo, delle competenze e dell’organico dell’Ispettorato del lavoro, ma anche monitoraggio sull’attività delle Asl', che hanno competenza primaria in materia. Tutte cose richieste dal nuovo direttore dell’Ispettorato nazionale sul lavoro, l’ex magistrato Bruno Giordano anche nell’intervista al manifesto di agosto.

Toccherà poi ad un Piano dal carattere più complessivo usando anche i fondi del Pnrr. I segretari di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri plaudono all’urgenza delle misure annunciate da Draghi, mentre Maurizio Landini della Cgil registra i progressi del governo ma chiede norme che 'fermino le aziende sino a quando non sono ripristinate le norme di sicurezza'. Il presidente Carlo Bonomi di Confindustria rilancia la sua proposta di istituire 'commissioni paritetiche in azienda per intervenire' ma chiede al governo di intervenire, più che sulle sanzioni ex post, su interventi che 'facciano in modo che gli incidenti non avvengano'".

Su Collettiva.it le parole del segretario generale della Cgil Maurizio Landini: “La cultura della sicurezza va insegnata a scuola”

e un'intervista al direttore di Banca Etica Alessandro Messina