Davanti ai teatri per rientrare dentro
Due giorni di mobilitazione dei lavoratori della cultura davanti ai teatri e oggi parte una "Milano-Sanremo" dello Spettacolo, per arrivare sul palco del Festival e chiedere la riapertura del settore. “È il momento di un investimento straordinario”, ha dichiarato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, presente ieri coi lavoratori davanti al Teatro dell'Opera di Roma: “E’ tempo di introdurre i livelli essenziali di cultura. Ci vuole un grande investimento straordinario che non gestisca solo l'emergenza, ma che dia una crescita a tutte queste attività e settori. Questo significa anche discutere dei criteri di assegnazione dei fondi e sostenere tutte le attività che producono cultura e spettacolo, dove c'è una precarietà senza precedenti. Quindi, l'altro tema che chiediamo è affrontare una qualità dei diritti nel lavoro e un sistema di ammortizzatori che sia davvero universale". Tra i commenti sui quotidiani da segnalare quello di Gianfranco Capitta sul manifesto: “Luci accese e un silenzio assordante”. Scrive tra l’altro Capitta: “Quello che manca per ora è una risposta concreta (oltre le briciole promesse) e soprattutto strutturale da parte del governo. Il ministro Franceschini oltre all'affarone avviato con la Netflix del teatro, non offre risposte soddisfacenti. Promette la riapertura, “primi in Europa”, come se Spagna e altri paesi non abbiano da tempo riaperto i teatri…
Su Collettiva il servizio di Simona Caleo

Landini in tv
Il segretario Cgil in serata, partecipando alla trasmissione Di Martedì condotta su La7 da Giovanni Floris, ha annunciato un incontro con il nuovo ministro del Lavoro: “Entro il mese dobbiamo incontraci con il ministro dopo quello del 14 febbraio" del Lavoro Andrea Orlando. Per quanto riguarda il giudizio sul governo Landini ha spiegato che "bisogna misurarsi col programma che ha proposto il presidente Draghi, che ha ribadito la volontà di coinvolgere le parti sociali, quindi i provvedimenti si misureranno per quelli che verranno realizzati". Landini ha parlato anche di vaccini e della proposta del presidente di Confindustria (“Sì alla vaccinazione nei luoghi di lavoro, ma questo "deve avvenire dentro un piano nazionale, con la sicurezza necessaria, i medici e la presenza di ambulanze e infermieri"), ma anche di fisco e pensioni. Sul fisco quello che ha detto Draghi su una riforma che riduca l'Irpef rimodulandola ed ha parlato di progressività, di una lotta senza quartiere all'evasione fiscale e ha proposto di costituire una commissione e di coinvolgere le parti sociali", può essere una buona base per impostare la riforma. Infine per quanto riguarda le pensioni il segretario generale ha ricordato che "la Cgil ha avanzato delle proposte sulle pensioni e pensiamo che dall'età di 62 anni bisogna rendere flessibili le uscite e che con 41 anni di contributi si possa andare in pensione". Sul lavoro usurante, "servono regole che siano anche differenziate per il lavoro che si fa".

Le prime pagine 
In primo piano la lotta alla pandemia con tutte le difficoltà di realizzazione delle decisioni prese. “Piano vaccini flop e Regioni divise, usata solo una fiala AstraZeneca su 10” è l’eloquente titolo di apertura del Sole 24 ore. “Nuove chiusure per le varianti” è il titolo del Corriere della Sera, mentre Repubblica allarga lo sguardo all’Europa: “Vaccini, Draghi preme sulla Ue”, mentre è battaglia sui sottosegretari, primo scoglio di Palazzo Chigi. Questo ultimo punto è spiegato bene da Stefano Folli che parla della “cronica debolezza” (vedi più avanti). Sul Messaggero si parla di Ristori subito per chi chiude. Il governo: si riapre solo se il contagio cala. Cts contrario. A Roma allarme variante brasiliana, mentre AstraZeneca taglia ancora le forniture di vaccini: all’Italia dieci milioni di fiale in meno. Ancora più allarmante l’apertura de La Stampa che parla di “Allarme terza ondata, no alle riaperture”. Donatella Di Cesare firma uno dei due commenti di prima pagina: “Vaccini, ci serve più chiarezza”. Il Giornale intanto dà il suo avviso di sfratto al commissario Arcuri, mentre Libero spinge sulle riaperture in perfetta sintonia con Matteo Salvini: “Ristoranti di sera, l’Italia ci spera”. Anche il manifesto parla di ristoranti con il titolo “La cena delle beffe”. L’altra notizia molto presente sulle prime pagine di oggi è il ritorno in patria delle salme dell’ambasciatore Attanasio e del carabiniere della scorta Iacovacci uccisi in un agguato in Congo. Il presidente del consiglio Mario Draghi è andato ad accoglierli in aeroporto. A centro pagina del Corriere della Sera una grande foto notizia sull’omaggio del premier. Stessa immagine su Repubblica e La Stampa. Un’altra notizia importante riguarda l’Alitalia. Ormai è allarme rosso. Dal Messaggero: “Alitalia, profondo rosso: stipendi rinviati a marzo”. E per domani i sindacati hanno organizzato una mobilitazione dei lavoratori davanti a Montecitorio. Dal sito di Collettiva: “Risposte sulla crisi del trasporto aereo”. E’ quanto chiedono al nuovo governo, Filt Cgil e Uiltrasporti, annunciando per domani, giovedì 25 febbraio, una manifestazione nazionale a Roma, a piazza Montecitorio, a partire dalle 10.30. “Quella del trasporto aereo - denunciano Filt Cgil e Uiltrasporti - è una situazione drammatica con decine di aziende in crisi e in liquidazione come Alitalia, Air Italy, Norwegian, Ernest, Blue Panorama. In grave crisi anche gli aeroporti, le aziende di handling, di catering e l’indotto. Di conseguenza, sono a rischio immediato 40.000 posti di lavoro a tempo indeterminato, oltre a 10.000 stagionali e a tempo determinato”.

La crisi Alitalia sui quotidiani
Non è solo il Messaggero a riaccendere i riflettori sulla compagnia di bandiera (Umberto Mancini a pagina 13). Di Alitalia si parla anche su Repubblica (Lucio Cillis, p.2), su La Stampa, “Alitalia, cassa vuota e stipendi congelati, quadro drammatico”, Gabriele De Stefani, pagina 18, su Il Giornale (pagina 19). Sull’Avvenire scrive Luca Mazza, “Alitalia, cassa agli sgoccioli, stipendi di febbraio in ritardo” (p. 21). Sul manifesto Riccardo Chiari. “Alitalia, stipendi in ritardo, attesa per il ristoro Covid” (p.6). Sul Secolo XIX il servizio a pagina 8. 

Interviste e commenti

La debolezza cronica 
E’ il titolo del commento di Stefano Folli su Repubblica (p.29). “..Sui sottosegretari invece Draghi non ha tempo da perdere, visto che la più drammatica urgenza, la pandemia, gli impone di colmare i ritardi e le inadempienze del precedente governo. E qui che il sistema mostra di avere la sabbia negli ingranaggi. Per cui nell'Italia di oggi avviare un'efficace campagna per la vaccinazione di massa, nonché risolvere il rebus sull'Italia chiusa o aperta, è più complicato che riscrivere il Recovery e mettere in cantiere le prime riforme. In sostanza si misura il rischio di una sconnessione fra il premier, uomo abituato a prendere decisioni che siano subito eseguite, e la cornice politica entro cui quelle decisioni vanno collocate, anche per non interrompere il confronto con il Parlamento. Senza dubbio Draghi, di cui è evidente il temperamento politico, sa come si gestisce una mediazione: il pericolo, tuttavia, è che alcuni partiti siano troppo indeboliti per reggerla e preferiscano prima o poi sottrarsi al dialogo. Si vedrà. La questione irrisolta rimane comunque il rapporto fra un presidente del Consiglio molto forte, che tuttavia rifiuta il ruolo di "commissario" della politica, e un assetto partitico anchilosato: forse troppo per rinnovarsi senza creare scossoni e vuoti di potere. Questa asimmetria è visibile soprattutto nel centrosinistra e ovviamente nelle lacerazioni che attraversano i Cinque Stelle…”

Decaro: il segretario Pd ostaggio delle correnti 
Lo dice Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari in una intervista di Concita De Gregorio su Repubblica (p. 15). “Una cosa che mi sento dire spesso dai miei concittadini è: "Ti ho votato nonostante tu sia del Pd". Non riesco a farmene una ragione. O mettiamo mano adesso all'identità del partito o rischiamo fra un anno due di non trovarlo più, il Pd”. Queste parole sono state pronunciate qualche giorno fa, in una riunione dell' Ufficio politico. “Non che si sia aperta una grande discussione, eppure ce ne sarebbe tanto bisogno”. Lei ha parlato di egemonia delle correnti, ricorda De Gregorio. “ll partito è ostaggio delle correnti e le correnti tengono in ostaggio il segretario. Non sono contrario per principio alle correnti, se sono aree culturali che dibattono sui temi. Ma non è più così da molto tempo. . Non voglio discutere il segretario, ma o mettiamo mano adesso all'identità del partito o fra un anno o due magari non lo troviamo più rieletti sulla base di un vincolo di fedeltà al loro leader. Si alimentano di parlamentari che studiano strategie per tornare a fare i parlamentari. Le competenze non c'entrano, l'ho detto a Orlando…”

Riflessioni sui Diari di Bruno Trentin
Su Collettiva la presentazione del nuovo libro sui Diari di Trentin edito da Castelvecchi e curato da Ilaria Romeo e Andrea Ranieri. Al dibattito online coordinato da Emiliano Sbaraglia hanno partecipato ieri, oltre ai due autori, Eugenia Valtulina (Biblioteca Di Vittorio Cgil Bergamo) e il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

Cofferati: la sinistra ritrovi i suoi valori
Sul Riformista Sergio Cofferati, ex segretario generale Cgil, risponde alle domande di Umberto De Giovannangeli (p.7). Secondo Cofferati, la sinistra oltre a recuperare il rapporto con quella che una volta era la sua base, deve rilanciare una cultura e dei valori. “..in Europa è capitato con la teorizzazione della Terza via che era la somma della rinuncia alla propria storia, da parte della sinistra, e della proposta di una storia nuova, senza contenuti e senza valori. Una storia imitativa di quella degli altri, con "valori" che spesso erano sotto valori, addirittura ostili e negativi verso quella parte di persone che noi, sinistra, abbiamo sempre rappresentato: i più deboli. Quello che bisognerebbe fare è ripartire da lì. Scegliere quali sono le priorità che, secondo me, sono, in sequenza, i diritti individuali e quelli collettivi; la democrazia e i suoi modelli di rappresentanza; i processi di coinvolgimento, sia nella conoscenza e nell'esercizio della democrazia delle persone.. La sinistra deve ripartire da lì. E deve lavorare nella rappresentanza politica e istituzionale per dare a quell'idea e ai valori di un tempo, i fondamenti: uguaglianza, libertà, giustizia. Grandi temi che non fanno più parte dell'operato quotidiano della sinistra nelle sue varie forme organizzative. È chiaro che senza una condivisione di valori, la pratica politica viene svilita e le persone che hanno bisogno sono, paradossalmente, le prime ad allontanarsi da chi storicamente le aveva divise. L'appello che Tronti lancia nella sua intervista è: «La sinistra vada a riprendersi gli operai che votano Lega, gli emarginati delle periferie che scelgono Fratelli d'Italia. E cerchi disperatamente di offrire garanzie per il futuro delle giovani generazioni». Ha ragione Tronti. …

Macron-Draghi, nuovo asse europeo
Lo propone Bernard Guetta su Repubblica (p.7): Un, fronte da ricostruire per il bene dell'Europa Draghi-Macron, si può fare È indispensabile che i due leader dell'Unione esortino senza più indugi alla mobilitazione generale. Sono loro due, Mario Macron o Emmanuel Draghi (come si preferisce, come vorranno), a dover fare fronte comune subito e a dotarsi di un programma perché, ora che è vinta, la battaglia ha inizio. La battaglia dell'unità europea è stata vinta proprio dove era cominciata nel 1957, a Roma, dove la Lega di Matteo Salvini è entrata a far parte di un governo il cui presidente, Mario Draghi, auspica di camminare verso un'Unione "sempre più stretta", dotata di un "budget pubblico comune". Cappio al collo e saio indosso, Matteo Salvini si è convertito all'ambizione federalista dopo che anche il Rassemblement National di Marine Le Pen ha smesso di affermare di voler uscire da quella "prigione dei popoli" che l'Unione europea era ai suoi occhi. Nell'Europa dei Ventisette non rimane dunque nessuna grande formazione che contrasti la marcia verso l'unità europea. E non è tutto. Gli Stati Uniti, nel frattempo, hanno appena accettato un invito dell'Unione a sedersi a un tavolo per riprendere i negoziati con l'Iran sul nucleare. E un po' come se, così facendo, si anticipasse quella che un domani potrebbe essere una nuova alleanza delle democrazie, nella quale l'Unione sarebbe al timone per tutto ciò che riguarda Africa e Medio Oriente, mentre gli Stati Uniti confermerebbero il loro primato in Asia…

Altre segnalazioni da Collettiva.it
L'apertura di oggi del sito è dedicata al caso dei supermercati Conad in Sicilia. Tredici supermercati sequestrati all'imprenditore palermitano Carmine Lucchese, 400 lavoratori e lavoratrici che attendono di conoscere il proprio destino. E Conad, catena di riferimenti dei punti vendita, tace. Oltre ai servizi di Roberta Lisi il contributo di Luciano Silvestri, responsabile legalità della Cgil nazionale. 


L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti, vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale  e l’agenda di Collettiva