Gli Stati Uniti che entrano ufficialmente nella fase di recessione (con il presidente Trump che propone il rinvio delle elezioni), crollo storico del Pil in Germania, dati negativi sulla produzione industriale in Italia e negli altri paesi europei, semestrali in rosso e Borse in veloce discesa alla luce della crisi di vari settori tra cui auto, energia, aeronautica. Solo la farmaceutica, per ovvi motivi, ancora tiene. Gli effetti negativi della pandemia sono appena agli inizi e oggi su vari quotidiani si rilancia l’allarme economia, mentre in vari sondaggi spunta l’’immagine di un Paese indebolito e molto preoccupato per il futuro. Il virus dunque non solo non è sconfitto (“Il virus cresce, aperture rinviate” è il titolo del Messaggero), ma continua a contagiare l’economia e la società. La politica è alla ricerca di soluzioni all’altezza, ma di fronte ad una crisi epocale come questa è necessario ripensare alle fondamenta il modello di sviluppo come hanno ribadito mercoledì sera i segretari di Cgil, Cisl, Uil durante la Notte per il lavoro di Roma. Gli altri titoli sulle prime pagine di oggi riguardano la politica italiana. In evidenza il voto del Senato che ha dato il via libera al processo contro l’ex ministro degli Interni, Matteo Salvini a proposito del caso Open Arms. Tutta la destra fa muro intorno a Salvini che ritorna un anno dopo al Papete. Attacchi a Matteo Renzi, che pur avendo promesso di votare contro l’autorizzazione a procedere, ha cambiato idea e ha votato sì. Per i partiti della destra è un traditore, mentre Salvini ringrazia: così mi fanno solo un favore e risalirò nei sondaggi. L’ex ministro rivendica tutto quello che ha fatto e dice che è pronto a rifare tutto tornando al governo. Diversa la lettura dei quotidiani. Per alcuni commentatori è vero che l’autorizzazione al processo finirà per favorirlo. Per altri è invece iniziato il tramonto del leader leghista. Il Fatto Quotidiano titola: “Salvini, processo al pugile suonato”. Il manifesto: “Capitano di sventura”. Tornando all’economia da segnalare alcuni titoli che cercano di introdurre un qualche barlume di ottimismo in un quadro preoccupante. Sulla prima pagina del Sole 24 ore si segnala la rinascita del porto di Gioia Tauro, mentre su La Stampa l’intervista al ministro del lavoro, Nunzia Catalfo a cura di Paolo Griseri: “La ricetta Catalfo: 500 mila posti con il lavoro verde” (a pagina 9)

Rapida digitalizzazione per uscire dalla crisi. Le proposte dei sindacati 
“L’Italia sta vivendo una delle crisi più gravi e profonde della propria storia. Una scelta fondamentale per uscirne presto e bene è la rapida digitalizzazione del Paese”. Ad affermarlo i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan, Pierpaolo Bombardieri e i segretari generali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fabrizio Solari, Vito Vitale, Salvatore Ugliarolo Per i dirigenti sindacali “la digitalizzazione è un concetto ampio, che ha bisogno di tanti e diversi apporti, ma alla base resta la necessità di disporre di una rete moderna ed efficiente. Se tutti si facessero guidare esclusivamente dall’interesse generale le cose da fare sarebbero chiare”.“Serve innanzitutto - affermano i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Slc, Fistel, Uilcom - far convergere tutti gli sforzi su un’unica infrastruttura di rete da completare presto e bene; serve un soggetto attuatore che evidentemente non può prescindere dalla presenza di una grande azienda nazionale, e della sua rete, quale è Tim; serve ribadire la scelta del mercato aperto alla concorrenza, regolato da un’Agcom che dovrà sempre più prestare attenzione agli interessi generali e non solo alla tutela del consumatore”.“Concretamente questi obiettivi si possono realizzare - sottolineano - dando vita ad una nuova impresa che inglobi le reti esistenti a partire dalla convergenza di quella di Tim e Open Fiber, di cui Cassa Depositi e Prestiti è azionista. Il comunicato completo dei sindacati confederali e di categoria sul sito della Cgil nazionale e della Slc.‘

Il protocollo per il lavoro agile nel settore delle Tlc
Ne parla Cristina Casadei sul Sole 24 ore (p.12). Nella filiera delle Tlc ci sono oltre 80 mila addetti su 130 mila attualmente in smart working. Le aziende stanno pianificando tempie modalità di rientro e, in questo percorso, sarà d'aiuto il Protocollo principi e linee guida per il nuovo lavoro agile, siglato ieri da Asstel-Assotelecomunicazloni e Slc Cgíl, Fiistel-Cisl e Uilcom-UiL. “La tutela della salute dei lavoratori, la flessibilità organizzativa e l'equilibrio tra vita privata e lavoro sono i principi che hanno ispirato il Protocollo. Viene introdotta, infatti, per la prima volta, una cornice di regolamentazione nella prospettiva di supportare e valorizzare una modalità di lavoro fondata su fiducia, responsabilizzazione dei lavoratori e orientamento al risultato”, spiega il presidente di Asstel, Pietro Guindan. Il protocollo traghetterà le imprese fuori dalla fase e dalla gestione emergenziale dello strumento e vuole essere un punto di riferimento per il contratto collettivo nazionale delle tic e per la contrattazione aziendale. Tra l'altro definisce anche le linee guida per migliorare la flessibilità e il work life balance (…).

"A settembre tutti a scuola’" oggi il flash mob dei sindacati davanti al Miur
A settembre tutti a scuola! Ripartire in presenza, in sicurezza e tutelando il lavoro di tutti’. Questo lo slogan che guida il flash mob di Flc Fp e Filcams Cgil che si terrà questa mattina, dalle 10.30, davanti al Ministero dell’Istruzione, a Roma, con una richiesta molto precisa: dare a bambini, alunni, insegnanti e tutto il personale diretto e in appalto delle scuole e dei servizi educativi all’infanzia la possibilità di rientrare a scuola, a settembre, “investendo sulla sicurezza, sulla qualità degli spazi, per la consumazione del pasto, per la pulizia e sanificazione, per un tempo scuola lungo”.“Bambini e ragazzi sono i soggetti che, più di altri, hanno subito gli effetti negativi del lockdown, necessario per il contenimento della diffusione del Covid-19. Adesso dobbiamo tornare a scuola – commentano le categorie della Cgil -, i ragazzi devono ricostruire quel sistema di relazioni alla base dei processi di apprendimento e che caratterizza la fase della loro vita, riappropriandosi di un proprio spazio di crescita. Stare a scuola e nei servizi educativi con i compagni e con gli insegnanti con orario completo fin da subito: garantire spazi adeguati, un servizio mensa di qualità, i necessari servizi di pulizia per le scuole statali, paritarie, private, un tempo scuola esteso e disteso”.  Al Governo e agli Enti Locali i sindacati chiedono di mettere a disposizione le risorse necessarie affinché in tutto il Paese si realizzino le condizioni per permettere la ripartenza e la permanenza nelle scuole, garantendo tutte le attività e i servizi accessori. È il momento di fare le scelte necessarie per rilanciare la centralità della scuola e dare al Paese prospettive di una crescita più equa, solidale, democratica.

Sanità privata nel Lazio. La denuncia dei sindacati: le aziende rifiutano il contratto.
“Se i 14 anni di attesa per il rinnovo avevano fatto segnare il record del mondo, il doppio rifiuto di Aris e Aiop di firmare la preintesa, sottoscritta dalla loro stessa delegazione trattante insieme a Cgil Cisl e Uil, batte ogni primato della vergogna. La Regione intervenga subito sugli accreditamenti. I lavoratori sono pronti a mettere in atto azioni eclatanti”. Così Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio – in seguito alla decisione, presa oggi (ieri, ndr) dagli organismi di rappresentanza dell’Aris, di non ratificare l’accordo del 10 giugno scorso sul rinnovo del Ccnl Sanità privata. “Un atto inqualificabile e mai visto in precedenza”, attaccano i segretari regionali di categoria. “Dopo 3 anni di trattativa e un faticosissimo accordo, è un oltraggio insopportabile per i 25mila operatori della sanità accreditata del Lazio che in tutti questi anni, pandemia compresa, sono andati ben oltre il proprio dovere per garantire cure e assistenza alle persone e alle comunità. Un atto contrario persino all’etica cristiana a cui l’Aris, associazione dell’imprenditoria sanitaria religiosa, fa sfoggio di richiamarsi…Ma i sindacati non ci stanno: “Prepariamo una mobilitazione durissima”, annunciano i segretari della funzione pubblica. “I lavoratori del privato accreditato, che dopo i sacrifici dell’emergenza devono già fronteggiare le incertezze salariali e occupazionali delle tante crisi post-Covid, sono pronti a mettere in campo le azioni di protesta più eclatanti anche contro Aris Lazio, oltre allo sciopero già annunciato dalle federazioni nazionali: senza di loro non c’è sanità regionale né protezione per i cittadini e per le famiglie”.

Metalmeccanici, i sindacati preparano la maratona d’autunno
Ieri, presso il Cnel, si è svolto un incontro tra le delegazioni delle segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica - Assistal con al centro la ripresa del negoziato per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, dopo il periodo di fermo della trattativa a seguito del Coronavirus. Il rinnovo del contratto nazionale scaduto il 31 dicembre del 2019 è considerato da entrambe le parti uno strumento importante e fondamentale per i lavoratori e per le imprese metalmeccaniche. Assunta così la volontà politica di raggiungere in tempi brevi l’obiettivo del rinnovo del Contratto Nazionale, le parti hanno definito un calendario serrato di incontro di trattativa di 2 giorni per ogni settimana (mercoledì e giovedì) a partire dal 16 settembre 2020 fino alla fine del mese di ottobre. Negli incontri verranno affrontati tutti i temi della piattaforma da quelli normativi a quelli salariali. Mercoledì 16 settembre 2020 ripartirà il confronto in plenaria, nel rispetto delle limitazioni previste dal distanziamento sociale è previsto che parte delle delegazioni potranno seguire i lavori nella modalità videoconferenza. Nei primi quattro incontri saranno affrontati i seguenti temi contrattuali:    Salute sicurezza e ambiente;  Relazioni industriali e partecipazione; Formazione professionale; Politiche attive del lavoro e appalti.

Seicentomila posti di lavoro persi nonostante il blocco dei licenziamenti
Ne parla Rosaria Amato su Repubblica (p. 22): “Seicentomila posti di lavoro persi tra febbraio e giugno, nonostante il blocco dei licenziamenti previsto' dal decreti per l'emergenza, e 700 mila inattivi in più. A giugno, rileva l'Istat, il tasso di disoccupazione è risalito all'8,8 per cento, 0,6 punti in più rispetto a maggio. Eppure, senza l'imponente piano di misure a sostegno del reddito varato dal governo, sarebbe andata molto peggio: a sostenerlo è la Banca Centrale Europea, che rileva che, se per calcolare i disoccupati si fosse tenuto conto della cassa integrazione a zero ore, il tasso di disoccupazione in Italia sarebbe balzato al 25 per cento. A perdere il lavoro nel mese di giugno, sono state soprattutto le donne: mentre la componente maschile ha fatto progressi (+39 mila posti) quella femminile ha visto acuirsi il problema (- 86 mila). L'altro anello debole sono i giovani: rispetto a maggio mancano all'appello 75 mila lavoratori under 35. E con un'inversione di tendenza sui mesi precedenti, sono stati penalizzati soprattutto i dipendenti a tempo indeterminato: paragonati a maggio ce ne sono 60 mila in meno, mentre crescono i contratti a termine e i lavoratori indipendenti, forse per via del faticoso avvio della stagione turistica. Ma già durante il lockdown quasi 150 mila lavoratori tempo indeterminato hanno perso il lavoro, oltre a quelli a termine e agli autonomi. Un rapporto della Caritas Ambrosiana conferma come a perdere il lavoro siano state infatti anche categorie di lavoratori a tempo indeterminato per i quali era prevista una deroga al divieto, a cominciare da colf e badanti, mentre tra i lavoratori a termine primeggiano quelli del settore alberghiero e della ristorazione.

I dati dell'Osservatorio Futura
Sulle brutte previsioni economiche per i prossimi mesi e sulle aspettative degli italiani oggi Collettiva.it pubblicherà i dati dell’ultimo rapporto dell’Osservatorio del lavoro Futura che ha realizzato un sondaggio a giugno per conto della Cgil. L’analisi rileva che il 7% del campione si dice costretto a fare debiti, il17% dichiara che deve attingere dai propri risparmi, mentre un ulteriore 27%afferma che le proprie entrate sono appena sufficienti per arrivare a fine mese. Inoltre, le condizioni di lavoro negli ultimi due mesi sono peggiorate per il 37% degli italiani, e il 16% rileva un peggioramento netto. I segmenti più interessati dal trend negativo sono le donne, i35/44enni, i residenti nel Nord Est, gli operai, gli occupati nel settore privato e nel terziario. Anche nel rapporto dell’Osservatorio Futura la conferma della perdita di migliaia di posti di lavoro, nonostante il blocco dei licenziamenti. Centinaia di aziende chiudono e non riaprono.

Approfondimenti: i problemi del welfare nell’epoca della pandemia sull’ultimo numero della Rivista delle Politiche Sociali (Ediesse):
La sezione “Tema” del volume RPS 2/2020, curata da Ugo Ascoli e Giovanni Battista Sgritta, articolata in otto saggi, analizza la fase che stanno attraversando le società post-industriali e globalizzate, caratterizzate da crescenti disuguaglianze sociali, marginalizzazione di interi gruppi sociali e da una tendenziale esclusione dai sistemi economici e dai sistemi pubblici di welfare di quote di popolazione non irrilevanti. L’individualismo esasperato, la mercatizzazione spinta di quasi tutte le sfere sociali, la precarizzazione del lavoro, lo stress dei sistemi di welfare di fronte ai nuovi rischi sociali, hanno contribuito a logorare i più importanti legami sociali, a rendere più difficili le solidarietà interpersonali, a mettere in pericolo la coesione sociale e quindi, in definitiva, la tenuta degli assetti democratici. Le giovani generazioni sono sicuramente quelle che risentono e risentiranno maggiormente di questi fenomeni in corso, ancora più gravi in questo periodo segnato dalla profonda recessione economica e dai cambiamenti sociali provocati dalla pandemia da Covid-19. Una parte significativa di questa sezione tematica è dedicata ai diritti di cittadinanza, alla cittadinanza attiva, all’affermazione e tutela di quei diritti che danno dignità alla persona e senso di appartenenza alla società. Qui il tema della cittadinanza è analizzato in riferimento all’indebolimento dei legami sociali e alle soluzioni che nelle grandi città, soprattutto nelle periferie, i cittadini mettono in atto nel tentativo di ricostruire o rinsaldare quei legami: attraverso l’attivismo civico, i movimenti di tutela ambientale dal basso, fino alla condivisione di spazi abitativi. Una attenzione viene infine dedicata alle forme di solidarietà organizzata che hanno fatto da contrappunto all’intera storia moderna e contemporanea, ma che si sono affermate sempre più come una “infrastruttura sociale”.

Agenda degli appuntamenti
Per un quadro completo degli appuntamenti della Cgil nazionale e della Cgil nei vari territori vedi l’agenda sempre aggiornata di Collettiva.it: