La Stampa di oggi apre con l’intervista al segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, curata a pagina 7 da Marco Zatterin. Il titolo di apertura del quotidiano torinese è molto chiaro: “Aiuti al lavoro o sarà crisi sociale”. Landini chiede un “contratto” al governo e sfida Bonomi: sull’occupazione proposte vecchie.  Più che "patto sociale" lo chiamerei "contratto sociale", come fece Jean-Jacques Rousseau nel 1762 nel discorso sulle diseguaglianze per una cittadinanza fondata su pari diritti. E, soprattutto, lo scriverei subito, senza perdere tempo». Maurizio Landini assicura che non bisogna perdersi in indugi, perché sotto la brace della crisi è evidente il fuoco delle tensioni sociali. «Il momento è difficile — spiega il segretario Cgil —, così "fare presto" è la condizione per sostenere la fiducia e ricostruirla laddove s'è persa». Dice che il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha «elencato le nostre debolezze», eppure «ci ha inviato un messaggio di speranza». Rintuzza l'offensiva del neopresidente di Confindustria su contratti e parla di «ricetta vecchia». La soluzione? Ognuno s'assuma le proprie responsabilità, ma sarebbe bene che gli aiuti alle imprese, gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti d'inizio pandemia «andassero oltre la fine agosto». Così si guadagnerebbe ossigeno.

Su Repubblica parla Annamaria Furlan
Sulle pagine di Repubblica parla la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan: “Gli industriali capiscano che non è l’ora di fare politica. Serve un grande patto sociale”. Vedo troppa voglia di mostrare i muscoli. Poca produttività? Contratti nuovi e fisco agevolato”. (Intervista a cura di Valentina Conte, a pagina 4). Sempre su Repubblica la risposta a Bonomi del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: “Da Bonomi un attacco ingeneroso”.

Il caso Uber. Cgil: grave notizia il caporalato digitale
“Il commissariamento di Uber Italy deciso dal Tribunale di Milano è una notizia che per la sua gravità ci lascia attoniti. Siamo in presenza di un caporalato digitale, non solo quindi nelle campagne, che cancella i diritti e lede la dignità dei lavoratori”. Ad affermarlo i segretari nazionali della Cgil Tania Scacchetti e Giuseppe Massafra. “Immigrati in condizioni di fragilità, richiedenti asilo, provenienti da Paesi in guerra che, attraverso società di intermediazione di manodopera, operavano come rider, sfruttati da caporali attraverso la compravendita degli account di consegna. Ciclofattorini - aggiungono Scacchetti e Massafra - pagati pochi euro l’ora e senza che la multinazionale, come si apprende leggendo la notizia, abbia mai impedito questa ingiustizia”. Per i due dirigenti sindacali “quanto disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano è una misura forte che porta alla nomina di un amministratore prima ancora del processo, ma condivisibile perché il caporalato non può avere cittadinanza in un Paese che si definisce civile”. “Ora è importante attendere gli sviluppi della vicenda, tutelando il lavoro è continuando a rivendicare diritti e tutele per i ciclofattorini delle piattaforme del food delivery. In queste battaglie - concludono Massafra e Scacchetti - i lavoratori avranno sempre la Cgil al loro fianco”

Lo scontro legale sui rider. La Cgil sarà parte civile
Se ne parla sulle pagine milanesi di Repubblica (Matteo Pucciarelli, p.2) Entrare nel processo per avere pieno accesso alle carte e così capire meglio come funziona, da dentro, il rapporto di lavoro che intercorre tra le società del delivery food, la app e i rider. Per questo motivo la Cgil — sia a livello nazionale che come Camera del Lavoro milanese — si costituirà parte civile nel procedimento grazie al quale la multinazionale Uber Eats è stata commissariata per sfruttamento dei lavoratori e caporalato, o meglio, per "interposizione fittizia di manodopera". 

Whirpool un anno dopo. Gli operai non si arrendono
Della vertenza Whirpool si parla su varie quotidiani. Scegliamo il Mattino di Napoli con il servizio di Valerio Iuliano (p.26). La vertenza Whirlpool compie un anno e gli operai ribadiscono la volontà di difendere la fabbrica di lavatrici di via Argine, una parte rilevante della storia industriale di Napoli. Un impegno condiviso con la città, attraverso l'adesione in massa di istituzioni locali e parti sociali all'evento in diretta streaming sul web, intitolato "31 maggio 2019 - 31 maggio 2020 un anno di lotta e di speranza".

​​​​​Gli altri titoli sulle prime pagine
Diverse le aperture di oggi dei principali quotidiani. Il Corriere della Sera propone una doppia apertura: da una parte la “protesta che incendia gli Usa”, dall’altra i problemi della riapertura con i turisti in arrivo da altre regioni che saranno “tracciati” insieme allo scontro con altri paesi europei che hanno deciso di chiudere le frontiere ai turisti italiani. Altro argomento quello proposto da Repubblica: “2 giugno, allarme destra”. Salvini, Meloni, gilet arancioni e neofascisti: mobilitazione in cento piazze per la Festa della Repubblica. Zangrillo: il virus non esiste. Gli scienziati: falso, parole pericolose. Sul Messaggero l’intervista a Giorgia Meloni: “Sarà un 2 giugno di piazza contro il disastro rosso-giallo” (Mario Ajello a pagina 9).  In grande evidenza sui quotidiani e i siti web lo scontro sociale negli Stati Uniti che non accenna a placarsi dopo lo scandalo internazionale del drammatico omicidio dell’afroamericano George Loyde. Tra i commenti da segnalare sul Corriere della Sera quello di Beppe Severgnini. Su Repubblica il servizio dagli Usa di Federico Rampini. Su La Stampa il commento di Gianni Riotta: “Se New York ora brucia come nel ‘68”. E contro il razzismo le proteste si allargano anche all’Europa con manifestazioni in varie città. Su quasi tutti i giornali la notizia della scomparsa a 84 anni di Christo, l’artista che impacchettava monumenti e isole per sottolineare il bello del mondo

AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI
Per un quadro completo degli appuntamenti della Cgil nazionale e della Cgil nei vari territori vedi l’agenda sempre aggiornata di Collettiva.it: https://www.collettiva.it/agenda/