Non è Natale senza le polemiche di un leghista per caso sul presepe destrutturato o sulla ghirlanda made in China. A Reggio Emilia, alla scuola elementare San Giovanni Bosco, la recita dei bambini osa il gesto supremo: aggiornare il testo di Din Don Dan, versione italiana di Jingle Bells, per accogliere alunni di tante provenienze. È qui che la fiaba si incrina e spunta il Grinch padano con la bava alla bocca.

Il capogruppo leghista Alessandro Rinaldi denuncia la metamorfosi. La strofa “Aspettando quei doni che regala il buon Gesù” diventa “Aspettano la pace e la chiedono di più”. E il temerario “Oggi è nato il buon Gesù” si trasforma in “Oggi è festa ancor di più”. Una rivoluzione lirica che per il Carroccio assume i tratti dell’apocalisse culturale. Altro che recita di Natale, qui si combatte lo scontro di civiltà tra rime baciate e identità perdute.

È affascinante la geografia simbolica che ne deriva. La scuola, luogo del possibile, accusata di attentare alla “nostra storia”. I bambini, presunti iconoclasti senza volerlo. E Jingle Bells, canzone laica nata per scivolare sulla neve americana, eletta a testo sacro in difesa della cristianità reggiana. Si direbbe una parabola moderna, se non fosse una cronaca.

Il lamento identitario racconta più della paura che della tradizione. Rinaldi parla di scelta “sbagliata, ideologica, diseducativa”, tre aggettivi che paiono usciti da un vecchio baule ornamentale, laccato e pronto all’uso mediatico. L’inclusione diventa colpevole. La pace, sospetta. Il pluralismo, un lusso da non concedere ai bambini, a quanto pare troppo impegnati a mettere in crisi millenni di catechesi con due strofe innocenti.

Così il finale si scrive da sé. Mentre gli alunni intonano la blasfemia, fuori qualcuno allestisce il presepe parallelo della propaganda con pastori indignati, angeli perplessi e un Bambinello usato come slogan. È il nuovo folklore nazionale, pronto per i mercatini del risentimento. Chissà, magari alla fine la recita funzionerà lo stesso e lascerà l’Inquisitore delle Strofe a borbottare tra le luminarie. Sarebbe già un piccolo miracolo.