Pare che il tratto più trafficato del Paese sia ormai la bocca di Matteo Salvini, sempre aperta come un raccordo anulare senza pedaggio. Di solito vi transitano tir carichi di opinioni su qualunque materia, dai panda allo spread, ma stavolta il ministro dei Trasporti ha deciso di mettere i coni arancioni persino sul terreno minato del consenso sessuale. D’altronde chi meglio di chi gestisce porti e autostrade può spiegare alle donne quando il semaforo è verde, quando è giallo e quando è rosso.

La storia è arcinota. Una legge votata all’unanimità alla Camera, elogiata come svolta epocale da destra e sinistra, arriva al Senato nella giornata contro la violenza sulle donne e si ritrova davanti un casello chiuso. Il casellante è ovviamente lui, il vicepremier con l’elmetto da cantiere, pronto a rivendicare il passo indietro. Dice che la norma rischia vendette personali, come se l’Italia fosse popolata da aspiranti Jessica Fletcher pronte a intasare i tribunali per passatempo.

A sostegno porta la firma di Giulia Bongiorno, che qui compare come patrona tecnica dell’ultima ora. Ogni volta che Salvini cita la sua competenza si avverte il ronzio di una sirena d’emergenza, la sensazione che la politica sia diventata un palcoscenico dove sfilano consulenti lampo convocati per coprire l’imbarazzo, mentre i diritti vengono trattati come un cantiere eterno sorvegliato da un caposquadra inquieto.

La ministra Roccella parla di approfondimenti, Nordio di ceselli da orafi del codice penale. Sembra di assistere a una sfilata di artigiani che lucidano la stessa virgola mentre il Paese trattiene il fiato. Intanto il testo, salutato con entusiasmo trasversale, viene spinto verso l’area di servizio più vicina, parcheggiato in attesa di un via libera che si allontana.

Le opposizioni chiedono chiarezza, ma qui la chiarezza è un’autostrada promessa e mai finita. Forse è questo il capolavoro del ministro dei Trasporti, trasformare ogni percorso legislativo in un viaggio infinito, con deviazioni improvvise e traffico perenne, mentre le donne attendono segnali che valgano davvero. Quando il consenso diventa materia da cantiere, qualcuno sposta la segnaletica. E puntualmente si presenta lui.