Giovani che hanno scelto la “restanza”: cioè di investire, umanamente e professionalmente, in una di quelle terre da cui, purtroppo, in Italia sempre più spesso si fugge. È così, da un bando pubblico, che è nata l’esperienza della cooperativa Verbumcaudo: nel cuore della Sicilia, in un pezzo di terra che fino al 1983 apparteneva ai fratelli Greco, boss reggenti della famiglia di Ciaculli e che, come racconta in questo video Marta Terranova, “è stato uno dei primi beni confiscati alla mafia per opera di Giovanni Falcone”.
In questa splendida terra ci sono una masseria e dei campi coltivati in biologico a metà tra l’area del Vallone nisseno e le Madonie, in prossimità dei comuni di Villalba, Vallelunga Pratameno e Valledolmo”.
Oggi, rivendica il presidente della cooperativa, Luca Li Vecchi, “questo bene ritorna alla comunità sotto forma di lavoro. A oggi solo nella produzione primaria lavorano fissi 3 soci lavoratori, più tutti quelli che si occupano del resto: la vendita diretta dei prodotti, agricoltura sociale attraverso l’inserimento di lavoratori svantaggiati e attività divulgative nelle scuole del comprensorio”.