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I più esposti, come sempre, restano i rider. Anche in queste ore nelle quali si parla tanto dei rischi legati alle ondate di calore, i ciclofattorini restano i grandi esclusi. Come lavoratori autonomi non hanno ammortizzatori sociali che ne coprano eventuali fermate. Nelle ordinanze rientrano, per lo più, nei profili generici come chi svolge attività lavorativa all’aperto nelle ore più calde. E le aziende, Glovo in testa, ribaltano la prospettiva, offrendo incentivi, per altro miseri, a chi sia disposto a pedalare nell’estate rovente. Proprio per questo il protocollo firmato il 2 luglio dalle parti sociali si rivolge nello specifico a tutti i lavoratori, compresi gli autonomi, per non lasciare indietro nessuno. Ne abbiamo parlato con Roberta Turi, segretaria nazionale del Nidil, il sindacato della Cgil che difende i precari.
Abbiamo letto la vostra denuncia rispetto al bonus caldo di Glovo che rischia di trasformare un pericolo per la salute in incentivo. Avete parlato con l’azienda?
Abbiamo fatto due incontri nelle ultime ore: uno con Glovo e uno con Deliveroo, nei quali abbiamo ricordato loro quanto previsto dal testo unico su salute e sicurezza, il decreto 81. Tenendo conto anche di ciò che dicono le indicazioni del Worklimate (il sito che molte ordinanze regionali prendono a riferimento per calcolare il valore soglia) e le ordinanze delle regioni per quei lavoratori che svolgono attività all’aperto in determinati orari e che sarebbero soggetti allo stop. Il vero problema è che questi lavoratori lavorano a cottimo, a consegna, un tema che per quasi tutti gli altri lavoratori non c’è. E che i rider, essendo in maggioranza lavoratori autonomi, che siano partite Iva o collaboratori, non hanno gli ammortizzatori sociali. L’unica soluzione è che intervengano le piattaforme.
Cosa vi hanno risposto Glovo e Deliveroo?
Glovo ha già mandato una comunicazione ai rider nella quale è contenuto un link che porta il lavoratore a un sito internet con raccomandazioni assolutamente generiche rispetto al tema dei colpi di calore. E ha proposto un bonus che cresce al crescere della temperatura. Bonus del 2% se la consegna si svolge a una temperatura compresa tra 32 e 36 gradi, del 4% tra i 36 e i 40 gradi, dell’8% sopra i 40 gradi. Una logica completamente opposta rispetto all’urgenza di proteggere i rider dai picchi di calore, una logica che punta invece a incentivare la loro disponibilità anche in condizioni estreme.
Cosa rispondete alla logica dell’incentivo?
Per il Nidil Cgil il tema non è il bonus, il tema è che a quella temperatura non si dovrebbe lavorare. Per questo abbiamo chiesto a Glovo di cambiare il tipo di comunicazione e di intervenire per il rispetto di ordinanze e norme vigenti. Perché il progetto Worklimate richiamato da molte ordinanze parla di lavoratori esposti al sole mentre compiono un’attività fisica intensa. Non sono citati nello specifico i rider, ma è chiaro che se ne deduce che i rider rientrano in quella definizione e quindi devono godere della stessa tutela degli altri lavoratori nelle medesime condizioni.
Dove si annida il problema?
I rider che sono lavoratori fragili, spesso migranti, lavorano a cottimo e hanno un’enorme necessità di lavorare. Sono loro in primis, spesso, a considerare impensabile il fatto di fermarsi senza avere una copertura economica. Finché resteranno lavoratori autonomi il tema della mancanza di ammortizzatori in caso di fermata sarà dirimente.
Deliveroo invece che cosa vi ha risposto?
Anche Deliveroo intende dare un contributo aggiuntivo. Ma la logica di quest’azienda è diversa. Intanto il bonus scatta con una temperatura di oltre 32 gradi e non cresce, come per Glovo, al crescere della temperatura. Quindi è un contributo, non un incentivo. Resta per noi il fatto che non può essere questa la soluzione. Per noi il lavoro di rider in quelle condizioni deve essere fermato.
Mentre scriviamo arriva la notizia che in Piemonte l’ordinanza che ferma il lavoro nelle ore più calde varrà in modo specifico anche per i rider. Prima regione a bloccare l’attività dei ciclofattorini, che facciano le consegne in bicicletta o in motorino, nei giorni da bollino rosso. Sul territorio sono 3.700 i lavoratori del settore, 3 mila a Torino e 700 nelle altre province. Una misura che varrà dal 3 luglio al 31 agosto e che è stata salutata con soddisfazione dalla Cgil che l’aveva chiesta a gran voce.